mercoledì 25 aprile 2018
Il 23 novembre il terremoto che devasta la Campania. Il mistero della strage di Ustica. La Chiesa piange Romero. Per gli Usa arriva Reagan
1980 - La terra trema, l’Irpinia è in ginocchio
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Mentre inizia un nuovo decennio Avvenire prende piena confidenza con la sua nuova sede nel milanese Palazzo dei Giornali di piazza Cavour, ora che tappa dopo tappa e non senza problemi è stato completato il trasferimento da piazza Duca d’Aosta. Il 1980 vede il cambio della guardia al vertice della redazione: il direttore Angelo Narducci, eletto al Parlamento europeo, si dimette e lascia il posto (1° maggio) ad Angelo Paoluzi, fino a quel momento capo della redazione romana. La continuità è assicurata, ma si fa preoccupante lo stato dei conti economici dell’azienda, sicché si corre ai ripari con una azione articolata su due direttrici: contenimento dei costi e crescita dei ricavi con il miglioramento della diffusione. Ci vuole un piano editoriale di rilancio, e a questo lavora il consiglio di amministrazione. Il piano sarà poi presentato il 5 novembre dal presidente monsignor Ersilio Tonini.

Sì, per noi questo è un anno di mutamenti, di qualche incertezza e anche di lacrime. Lacrime in senso reale. Il 28 maggio 1980 il terrorismo di estrema sinistra uccide un nostro collega da poco passato al Corriere della sera. Si tratta di Walter Tobagi, colpito a morte a pochi passi da casa, in via Salaino a Milano. Tobagi, uno di noi, non è l’unica vittima dei terroristi di una primavera insanguinata: il 12 febbraio a Roma alla Sapienza, al termine di una lezione, è ucciso dalla Brigate rosse il professor Vittorio Bachelet, dirigente dell’Azione cattolica, giurista, uomo politico, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il giudice istruttore milanese Guido Galli è assassinato da Prima linea il 19 marzo. Stessa sorte tocca il 23 giugno a Roma al magistrato Mario Amato, che indaga sull’eversione di estrema destra. In piena stagione di piste rosse e piste nere lo sgomento nel Paese è enorme. Di diversa natura – evidente il marchio di Cosa nostra – è l’uccisione in pieno centro a Palermo del procuratore capo Gaetano Costa, il 6 agosto. L’Italia se ne accorge appena; i media sono costretti a occuparsi di altro perché pochi giorni prima, sabato 2 agosto, la violenza sanguinaria ha toccato l’apice con il più grave atto di terrorismo del dopoguerra, la strage di Bologna, la bomba nella sala d’attesa di seconda classe della stazione. Le vittime sono 85, i feriti 200. I processi individueranno le responsabilità materiali di militanti dell’estrema destra, ma i mandanti – se ci sono stati – rimarranno sempre occulti.

I morti di Bologna, frutto della criminale determinazione omicida, stragista, che segna una estate che mai il Paese riuscirà a dimenticare, vengono ad aggiungersi alle vittime di un incidente aereo le cui dinamiche e i cui contorni sono ancora avvolti dal mistero. La sera del 27 giugno il Dc9 della compagnia Itavia decollato da Bologna e diretto a Palermo precipita nel mare di Ustica. A bordo ci sono 81 persone tra passeggeri e uomini dell’equipaggio; nessuno sopravviverà. Infinite le ipotesi e le congetture, ma cosa sia esattamente accaduto all’aereo non lo si saprà mai.

Possiamo mettere fine al capitolo delle notizie tragiche che hanno costellato il 1980? Vorremmo, ma è impossibile. Come dimenticare il terremoto del 23 novembre in Irpinia? Coinvolte due regioni, Campania e Basilicata, rasi al suolo o messi in ginocchio decine di paesi e villaggi su un’area di 17mila chilometri quadrati, travolte e uccise quasi 3mila persone. Novemila i feriti e 280mila gli sfollati. I soccorsi scattano in ritardo causa la totale interruzione delle comunicazioni tra il cratere e l’esterno. Dalla tremenda mazzata molte di quelle zone non si sono più riprese.

Questo per quanto riguarda l’Italia, ma all’estero? La Chiesa cattolica piange il 24 marzo un nuovo martire, Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador ucciso da un cecchino degli squadroni della morte mentre celebra la Messa nella cappella di un ospedale. Il beato Oscar Romero paga con la vita la sua dedizione agli ultimi, nel segno della giustizia. In Polonia iniziano proprio sotto ferragosto gli scioperi nei cantieri navali di Danzica, sul mar Baltico. Sono i più importanti del Paese e costituiscono l’ossatura del suo sistema industriale. Tra i leader dell’agitazione si distingue un elettricista che si chiama Lech Walesa, il sindacalista di Solidarnosc che diventerà presidente della Repubblica nella nuova Polonia e sarà insignito del Nobel per la Pace. Negli Stati Uniti si tengono il 4 novembre le elezioni per la scelta del successore di Jimmy Carter alla Casa Bianca. La spunta il candidato repubblicano, un ex attore di Hollywood che si chiama Ronald Reagan.

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