Opinioni

L'erbicida più odiato del mondo. Il glifosato è morto. Evviva l'alternativa

Paolo Viana giovedì 20 giugno 2019

Il glifosato è morto. La notizia è arrivata il 14 giugno ed è passata pressoché inosservata, dimostrando lo scollamento tra la realtà e lo storytelling giornalistico. Il glifosato è stato l’Orco dell’ambientalismo globale per decenni. Il dibattito sulla sua pericolosità ha riempito giornali, convegni, campagne di sensibilizzazione, scioperi e manifestazioni, come pure le aule di tribunale. Che provochi il cancro non è ancora un’evidenza per la scienza ma lo è già per i giudici che hanno inflitto sanzioni durissime ai produttori.

Prima a Monsanto, ora a Bayer. La quale, avendo comprato la multinazionale più criticata del pianeta e il suo portafoglio, Roundup compreso, prima ha provato a cancellare il marchio Monsanto dalle confezioni e adesso si è resa conto che l’ombra mediatica dell’erbicida più odiato del mondo rischia di travolgerla. La notizia, appunto, è che la Bayer sta studiando un nuovo formulato per sostituire il glifosato.

L’ha comunicato nello stesso giorno in cui Deutsche Bahn, le ferrovie di Stato tedesche, annunciavano che non avrebbero più utilizzato questa sostanza per ripulire i loro binari dalle erbacce. «Vogliamo trovare qualcosa di efficace che ci permetta di fare manutenzione sulla nostra rete ferroviaria di 33mila km in maniera ecosostenibile e senza usare il glifosato» ha detto il responsabile dell’infrastruttura di DB al settimanale 'WirtschaftsWoche'. Se non che DB è il più grande consumatore di glifosato in Germania: ne compra 65 tonnellate all’anno. All’annuncio di DB, Bayer ha preso atto del finale di partita: game over.

Il glifosato sarà abbandonato al suo destino. Il 14 giugno, mentre il ministro dell’Ambiente tedesco Svenja Schulze annunciava che «proibiremo l’uso di glifosato in Germania», Bayer ha stanziato 5 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per lo sviluppo di diserbanti alternativi. Una dichiarazione che ha depresso il titolo in Borsa, dimostrando – se ve ne fosse ancora bisogno – che una martellante campagna mediatica vale più della scienza e degli stessi giudici e che Bayer non si attende più alcuno sconto né dalla prima né dai secondi. E neanche dall’Europa, dove il gruppo di valutazione sull’autorizzazione all’uso del glifosato, malgrado l’atteggiamento ondivago dei francesi, potrebbe molto presto spianare la strada al bando di questa sostanza. Né potrebbe essere diversamente, visto l’esito delle ultime elezioni europee: il cielo sopra Berlino è sempre più grünen. Il glifosato è morto, evviva l’alternativa.