venerdì 17 gennaio 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Sarà la prima gara svolta in contemporanea in 40 città sparse nei cinque continenti. Una grande corsa per chi non può correre. Meglio: per far tornare a correre, grazie al finanziamento della ricerca scientifica, chi si trova su una carrozzina a causa di una lesione al midollo spinale. È la “Wings for life world run” che si terrà il 4 maggio in 40 località sparse nel mondo: da Saskatoon in Canada ad Haryana in India, da Jeonnam in Corea del Sud a Pinamar in Argentina, fino a Busselton in Australia. Passando per Verona che ospiterà la tappa italiana con partenza, come per tutte le altre città, alle 10 Utc (Universal time coordinated), cioè mezzogiorno nel nostro fuso orario.Il mondo dell’atletica leggera è ricco di iniziative solidali e non c’è cittadina, per quanto piccola, che non annoveri almeno un’iniziativa di raccolta fondi. Ma la formula di questa corsa di beneficenza è davvero particolare. Ogni runner, infatti, può fissare un proprio obiettivo sulla distanza più varia, fino a 90 chilometri (e anche oltre). In realtà, però, più che correre verso il traguardo dovrà “scappare” per non farsi superare da una linea di fine corsa mobile. Mezz’ora dopo la partenza dei corridori, infatti, partirà la “Catcher car”, un’auto che rappresenterà appunto il traguardo variabile. Il primo obiettivo sarà correre 15 chilometri entro un’ora e trenta, poi l’automobile comincerà ad accelerare, superando ed eliminando i diversi concorrenti. Finché non ne resteranno in gara solo due, un maschio e una femmina, che saranno i vincitori per quella località. L’uomo e la donna poi che, nel mondo, saranno riusciti a correre più lontano saranno proclamati vincitori assoluti, i campioni globali di questa prima edizione.Si stima che a partecipare saranno almeno 150mila podisti e a Verona ne sono attesi 5mila. I fondi derivanti dalla vendita dei pettorali (40 euro in Italia) e dalle donazioni sarà impiegato al 100% dalla Fondazione Wings for life per finanziare i migliori progetti di ricerca scientifica in tutto il mondo. Obiettivo, rendere curabili le lesioni al midollo spinale, che oggi condannano chi le subisce a paralisi più o meno gravi, a seconda di dove si produce il trauma nella colonna vertebrale. Si stima che nel mondo siano oltre 3 milioni le persone affette da questa disabilità e ogni anno si registrano 130mila eventi traumatici gravi. Nella metà dei casi, la patologia è dovuta a incidenti stradali, mente nel 9% dei casi ci si fa male praticando sport. Per il 53% dei pazienti si produce una paraplegia, con la paralisi degli arti inferiori, nel 47%, invece, una tetraplegia con paralisi anche degli arti superiori.La fondazione Wings for life (“Ali per la vita”) – nata su impulso di Heinz Kinigadner, per due volte iridato di motocross (il cui figlio Hannes è rimasto paralizzato dopo un incidente) e del fondatore della Red Bull, Dietrich Mateschitz – si propone di finanziare la ricerca sui traumi al midollo spinale. In particolare in cinque direzioni: la riduzione dei danni secondari, l’eliminazione degli inibitori della crescita delle cellule, la rigenerazione delle fibre nervose, l’introduzione di nuove cellule e la ricostituzione della “copertura” di mielina. Molte speranze sono ora riposte nelle ricerche sulle cellule staminali e la Fondazione – rispondendo a una nostra esplicita richiesta – ha dichiarato di «non finanziare studi nei quali sono utilizzate cellule staminali embrionali».Per le informazioni sulla corsa si può consultare il sito: www.wingsforlifeworldrun.com/it/
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: