lunedì 9 novembre 2015
​Lo chiede l'agenzia mondiale per l'antidoping (Wada). Servizi segreti e tangenti per alterare i test.
COMMENTA E CONDIVIDI
C'era una volta il doping in Unione Sovietica. E c'è ancora in Russia. Doping di Stato. Tollerato, utilizzato, protetto da chi dovrebbe combatterlo. La gravissima accusa è stata lanciata oggi alla federatletica russa da un report della Wada, agenzia mondiale antidoping, che ha anche chiesto alla Iaaf (Federatletica mondiale) di sospendere per 2 anni la Russia da tutte le competizioni, a cominciare dalle Olimpiadi di Rio. Mosca però respinge le accuse, e parla di iniziativa con "motivazione politica", per una vicenda che peraltro non sembra confinata alle istituzioni sportive, perché risulterebbe coinvolti i servizi russi e addirittura il Cremlino, reo di "intimidazioni dirette" verso il laboratorio antidoping.  Nelle 350 pagine del report, dopo quasi un anno di indagini - ha detto Dick Pound fra i titolari dell'inchiesta - emerge "uno scandalo più grave di quanto si pensasse" perché consapevolmente "si sono fatti gareggiare atleti che dovevano essere fermati a causa della loro positività".La Wada sollecita la radiazione di 5 atleti, 4 allenatori e un dirigente. Fra cui l'oro e il bronzo negli 800 metri a Londra 2012, Marya Savinova e Ekaterina Poistogova."Quei Giochi di fatto sono stati sabotati", è l'altra dura accusa Wada. Per le manipolazioni dei test, il report chiama in causa il responsabile del centro analisi di Mosca Grigory Rodchenko, che avrebbe fatto sparire - su richiesta del ministro dello sport Vitaly Mutko - ben 1.417 flaconi con i test incriminati. Mutko ha negato ogni addebito, invitando a dimostrare che eventuali violazioni sono della federazione e non dei singoli. Secondo la Wada però a Mosca ci sarebbe stato addirittura un laboratorio fantasma, cui consegnare migliaia di flaconcini con i prelievi per essere esaminati prima di affidarli, eventualmente "ripuliti", al laboratorio ufficiale.Ma non c'è solo l'atletica in questa storiaccia: secondo la Wada, durante i Giochi invernali di Sochi, i servizi segreti avrebbero gestito direttamente i test sugli atleti russi.Ma Mosca non ci sta a incassare accuse e minacce di squalifica. Per il capo dell'Agenzia medico-biologica russa Vladimir Uiva, il report ha "motivazione assolutamente politica". E a chi pensa di rivedere tutti i risultati degli atleti russi in questi ultimi anni, ribatte che "non c'è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o squalificarli. Per farlo serve una enorme quantità di processi giudiziari, ma non penso che si arriverà a questo". E Nikita Kamaiev, direttore di Rusada (antidoping russo) aggiunge: "solo dopo aver esaminato il rapporto potremo dare le nostre valutazioni e definire le nostre azioni".    Fra Wada e Russia si inserisce la presa di posizione del neoeletto capo della Iaaf, l'ex campione britannico Sebastian Coe: "Il report è allarmante. Serve tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Intanto ho invitato la Iaaf a aprire un procedimento contro la Federazione russa". Va detto che attualmente anche l'ex presidente Iaaf Lamine Diack è sotto inchiesta con l'accusa di aver intascato soldi per insabbiare i casi di doping di atleti russi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: