lunedì 9 dicembre 2013
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Dopo 15 giornate, la storia del campionato racconta di una Juve dominatrice assoluta e di una Roma seconda, non più a sorpresa, che rimane l’unica in grado di tenere il passo della capolista. Dietro di loro, una triade di incompiute, composta da Napoli, Inter e Fiorentina. Poi il vuoto, con una classifica corta che dal Genoa in giù (ci sono altre 12 squadre) non lascia nessuno al riparo dal pericolo della retrocessione. Tornando al vertice, la Juve passeggia di venerdì sera a Bologna, infila il settimo sigillo vincente consecutivo e domani sera si gioca tutto in Champions contro i turchi del Galatasaray di Roberto Mancini. Vietato sbagliare per Conte che in Italia è diventato stratega imbattibile, ma adesso ha bisogno anche del riconoscimento internazionale, ergo, della patente europea. Quella Rafa Benitez ce l’ha da un pezzo, avendola anche alzata (a Liverpool) la coppa dalle grandi orecchie, ma ripetersi a Napoli, al momento appare una faccenda complicata. Contro l’Arsenal, squadra momentanea regina d’Inghilterra, il Napoli deve vincere per passare, visto che in campionato non convince più, vedi l’ultimo deludente pareggio con l’Udinese al San Paolo. La Roma invece contro la Fiorentina ha interrotto la “pareggiata” (erano 4 X di fila) e il gol del redivivo Mattia Destro rilancia i giallorossi all’inseguimento della Juventus.  La formazione di Rudi Garcia è l’unica che non ha ancora perso e dal prossimo turno recupera anche capitan Totti. Basterà per frenare la cavalcata dei bianconeri? Lo scopriremo solo vivendo questo proseguo di torneo al quale chiediamo di darci qualche emozione in più. La richiesta va all'Inter di Mazzarri che con il Parma frena sul 3-3, terzo pari di fila e un gioco che ricalca molto quello della disgraziata stagione che sembrava definitivamente messa alle spalle. Anche la Fiorentina del tiqui-taka all'italiana, deve dare maggiore continuità di risultati se davvero vuole puntare al piazzamento che porta alla Champions. Sta bene come sta invece l'Hellas Verona che torna al successo e con i suoi 25 punti è in pratica la realtà che fa da spartiacque con il resto della Serie A che vivacchia settimanalmente con alti e bassi preoccupanti. A cominciare dal Milan che si aggrappa alla doppietta di Mario Balotelli, senza la quale i rossoneri non sarebbero usciti indenni neppure dal campo del Livorno. Nicola salva la panchina con il pari imposto ai rossoneri del livornese Max Allegri che adesso con il suo Milan deve assolutamente superare l’ultimo esame di Champions contro l’Ajax. Patron Berlusconi annuncia che, come lo scorso anno, presto porterà le cure necessarie a Milanello, ma ai rossoneri mancano diverse pedine per colmare il gap con le squadre di vertice e al momento mancano soprattutto 22 punti, un abisso, per raggiungere la Juve. Mancano i risultati anche alla Lazio che a Torino incassa la sesta sconfitta stagionale e per Petkovic l’atmosfera da vacanze romane è finita da un pezzo. Lotito medita l’esonero del tecnico bosniaco che a giugno era stato incensato come il "migliore d’Europa", dopo la conquista della coppa Italia nella finale storica vinta contro la Roma. Il calcio sì sa, cancella tutto in fretta. Ne sa qualcosa la Samp tornata a sorridere sotto la guida di Sinisa Mihajlovic, 4 punti in due partite. Ma c’è chi ha fatto meglio del vecchio Sinisa, ovvero il Chievo di Eugenio Corini. Da quando il presidente Campedelli lo ha richiamato al capezzale di un Chievo che pareva spacciato, Corini ha messo assieme tre vittorie consecutive che fanno quattro con il successo in coppa Italia con la Reggina. Il piccolo-grande Chievo inoltre non prende gol da 5 giornate e di ciò l’onesto Corini ringrazia anche la precedente gestione, “perché il Chievo – dice – non aveva subito reti neanche nelle due ultime partite in cui c’era Sannino in panchina”. Grande prova di fair play, mentre non si può dire altrettanto per gli ultrà della Nocerina che hanno "fatto disertare" lo stadio San Francesco per la partita con il L’Aquila. Hanno vinto ancora i violenti, quegli stessi ultrà che avevano intimato ai giocatori di non disputare il derby con la Salernitana, domenica hanno fatto il bis “ordinando” all'intera città di non prendere posto sulle tribune. Risultato: appena 219 spettatori e la Nocerina che ha vinto 1-0 in uno stadio triste, vuoto e sempre più solitario.
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