lunedì 7 ottobre 2013
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È davvero una Roma "settebellezze". La squadra dell’uomo solo al comando, Rudi Garcia, suona la settima sinfonia vincente alla Scala del calcio, umiliando un’Inter che sta facendo tirocinio con Mazzarri per tornare ad alti livelli, ma per ora è sola una fragile diplomanda. La Roma di Totti (230 gol in carriera) invece è vicina alla laurea che, ad honorem, potrebbe prendere dopo la sosta per la Nazionale, ma se batterà il Napoli all’Olimpico. Il Napoli un po’ ridimensionato di Champions (2-0 subito con l’Arsenal a Londra) si fa trovare pronto e tonico all’appuntamento con il Livorno, grazie alle prodezze di Goran Pandev, forse licenziato troppo presto dall’Inter di Moratti. La formazione di Rafa Benitez cala il poker e aspetta in serenità lo scontro diretto con i giallorossi che vantano il miglior attacco (20 gol) e anche la miglior difesa, appena una rete subita in quasi 650 minuti fin qui giocati dall’ex n.1 partenopeo Morgan De Sanctis. Lo scontro diretto Juventus-Milan certifica la manifesta superiorità dei bianconeri di Antonio Conte che anche a scarto ridotto (non sono ancora in formato imbattibilità) sanno recuperare un gol preso dopo appena 19 secondi e sorpassare in “terza” (finisce 3-2) i malconci rossoneri. Allegri non sa più a che santo votarsi, perde pezzi per follie da cartellino rosso (dopo l’aggressione all’arbitro di Balotelli, ora Mexes per il gancio a Chiellini), ma soprattutto per i continui infortuni che fanno dubitare dell’istituzione medico-sportiva di Milan Lab. La vetta dista dai rossoneri già 13 punti e recuperarli sarà un’impresa titanica, nonostante il conte Max continui a promettere: « A Natale il Milan sarà nella parte alta della classifica». Di questo passo c’è rischio che il tecnico livornese non mangi il panettone e a Milanello c’è chi spinge per il debutto dell’ennesimo allenatore-ragazzino, Pippo Inzaghi, attuale guida della Primavera. Vedremo. Intanto nella zona alta assistiamo alla scalata della rivelazione Hellas Verona di Mandorlini che strappa tre punti al Dall’Ara a un Bologna che non può vivere di solo Diamanti. Da non dimenticare che Bologna-Verona è stata preceduta da coltellate (tre tifosi feriti), cariche della polizia e la solita follia ultrà che non si riesce proprio ad estirpare dai nostri stadi. Tornando al campo, Lazio e Fiorentina non si fanno male, un punto ciascuno per scalare verso la zona Champions, ma i viola di Montella soffrono di più, rispetto ai ragazzi di Petkovic, il turno infrasettimanale di Europa League e all’Olimpico l’unico reattivo è sembrato il portiere Neto. Piano, piano si sta risvegliando anche l’Udinese e a trascinarla è sempre il suo Totò Di Natale che alla soglia dei 36 anni (li compie domenica prossima) piazza il 179° sigillo in carriera per archiviare la pratica Cagliari. Anche Cassano comincia a trascinare il Parma che in dieci demolisce un Sassuolo piccolo piccolo, destinato a soffrire fino alla fine nella lotta per la salvezza. Una lotta che impegnerà Chievo e Atalanta, con gli orobici che però compiono il blitz al Bentegodi contro la squadra del presidente Campedelli. Sotto pressione anche le due genovesi che vengono bloccate sul pari, il Genoa a Catania (comunque buona la prima di Gasperini) e la Samp di Delio Rossi contro il Toro del principe dei cannonieri, l’azzurro Alessandro Cerci, solo in testa alla speciale graduatoria con 6 gol in sette partite. C’è chi va piano come queste formazioni della bassa classifica e chi sfreccia in pista come la Red Bull di Sebastian Vettel che trionfa anche sul circuito coreano di Yeongam e si porta a più 77 punti dalla Ferrari di Alonso. Una Corea vera e propria per la “Rossa” dello spagnolo che si piazza solo al 6° posto e ormai non può che assistere impotente al quarto trionfo iridato in carriera dell’inarrestabile Vettel. Meglio la Ferrari della ginnastica a quella di Maranello: l’azzurra Vanessa Ferrari ad Anversa nell’esercizio a corpo libero conquista l’argento mondiale. Una medaglia che diventa “d’oro” con la dedica di cuore che Vanessa invia a tutte le vittime e ai salvati di Lampedusa. L’anima vera dello sport, a volte si vede da questi piccoli particolari.
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