lunedì 30 settembre 2013
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È ufficiale, i bicampioni d’Italia della Juventus devono guardarsi da un nuovo spettro concorrente che si aggira per gli stadi: la Roma del sergente di ferro Rudi Garcia. I giallorossi sono gli unici a punteggio pieno dopo 6 giornate. Record assoluto per capitan Totti e compagni che giocano a memoria, danno spettacolo segnano tanto (17 gol) e possono sfoggiare la miglior difesa del torneo, un solo gol subito da De Sanctis. Non male per un gruppo uscito con le ossa rotte dalla seconda era zemaniana a Trigoria. La Roma dei Gervinho e degli Strootman e dei redivivi De Rossi, Florenzi e Pjanic sta facendo sognare la torcida romanista, ma attenzione: sabato arriva il primo vero test con una grande, la sfida del Meazza contro l’Inter. I nerazzurri di Mazzarri a Trieste contro i “nomadi” senza stadio del Cagliari hanno perso una grande occasione per installarsi al secondo posto. Il pareggio è il sintomo di una squadra in una buona fase di ricostruzione ma che ha ancora delle zone d’ombra (peccati di inesperienza vedi gol sbagliato del giovane Belfodil) e il punto del Nereo Rocco non basta per agganciare il Napoli e la Juventus che a quota 16 mirano dritte alla conquista del primato. Il Napoli a Marassi contro il Genoa ha vinto limpido e in scioltezza, facendo saltare la panchina di Liverani: al suo posto il “tornante” Gasperini chiamato dal giocattolaio e mangiallenatori n.3 (dopo Zamparini e Cellino) Preziosi. La Juventus nel derby di fuoco contro il Torino infila il terzo successo di fila, ma ancora una volta pesano le distrazioni arbitrali (gol di Pogba con Tevez in fuorigioco) a favore dei bianconeri, sempre al centro di roventi polemiche. Fa discutere anche il rigore negato all’Udinese, con Di Natale già pronto alla battuta dal dischetto e l’arbitro Giacomelli che dopo consultazione con il suo assistente decide di revocare la decisione. Il tutto si consuma nel tempo irragionevole di 3 minuti e 20 secondi (record italiano), troppi considerando che con una semplice moviola piazzata a bordo campo - a disposizione dell’inutile quarto uomo-  garantirebbe una decisione certa e trasparente nel giro di qualche secondo. La Figc non ascolta e così gli errori arbitrali piovono come pietre sui nostri campi. Il Milan in crisi di risultati e anche di gioco contro la Samp ringrazia Birsa e si rimette in corsa, ma i rossoneri di Allegri non sembrano destinati a recitare da protagonisti nella lotta per lo scudetto. La Fiorentina solo se questa sera supera il Parma di Cassano può entrare nel trenino delle grandi che corrono per il tricolore. Intanto si rimette in corsa il Catania che con il Chievo trova il primo successo stagionale. Nel “derby” delle neopromosse-rivelazione tra Verona e Livorno, la spuntano gli scaligeri, ma anche qui grazie a un rigorino generoso e sospetto assegnato per fallo su Toni che per la seconda volta (vedi episodio con il Torino) in quattro giorni si lascia svenire in area di rigore. Fa tutto con le proprie forze invece il Sassuolo che dopo lo spettacolare pareggio con il Napoli al San Paolo deve aver preso le misure alla Serie A e imbriglia anche la Lazio di Petkovic che vanifica un parziale 2-0 al Mapei Stadium. Nella domenica in cui gli azzurri del volley si devono accontentare dell’ottimo argento europeo contro i colossi della Russia e al traguardo di Firenze, manco a farlo apposta, la maglia di campione del mondo la conquista il portoghese Rui Costa (omonimo del fuoriclasse lusitano che giocò nella Fiorentina) spicca il prepotente successo al Gp di Spagna di Marquez, sempre più re del Motomondiale. Il giovane Marquez ha vinto battendo il campione in carica Lorenzo, ma con un sorpasso al limite della legalità sull’altro connazionale ed eterno secondo (ora diventato terzo incomodo) Dani Pedrosa che cadendo ha rischiato grosso e ora lancia le stesse accuse che ai tempi proferì nei confronti del povero Marco Simoncelli. A Marquez consigliamo di stare un po’ più nelle regole della sicurezza, ma al tempo stesso non possiamo che applaudire il vero erede di Valentino Rossi che a 20 anni è già ad un passo dal suo primo titolo mondiale nella classe regina del motociclismo.
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