giovedì 12 maggio 2016
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Chi ha corso una volta corre per sempre. Anche solo con la mente. Vincenza Sicari, maratoneta trentasettenne, ha smesso di infilarsi maglietta e pantaloncini e di allacciarsi le scarpe da running ormai da tre anni. Non era stufa di allenarsi. Il suo corpo è stato attaccato da una malattia degenerativa neuromuscolare di cui, a oggi, non si conoscono né il nome né la cura. Vincenza, era, anzi è, perché non si smette mai di esserlo, un’atleta: è stata campionessa italiana nei 10.000 metri, ha vinto le maratone di Firenze e Torino, ha partecipato, classificandosi 29esima, alla 42km dell’Olimpiade di Pechino 2008 e a diversi mondiali, dal cross alla mezza maratona. «Nel 2013 ho cominciato sempre più a sentirmi senza forze, avevo spesso la febbre ha raccontato - ma pensavo fossero i duri allenamenti, correvo 230 chilometri a settimana, ma c’erano dei momenti in cui non riuscivo più neanche a reggermi in piedi». Qui inizia la sua odissea. La ricoverano prima a Roma poi a Pisa: i medici studiano ogni ipotesi ma non riescono a trovare una spiegazione scientifica alla sua malattia. Le fanno anche un Trattamento sanitario obbligatorio ( Tso): immobilizzata a letto le curano un, presunto, disturbo psichico. E lei denuncia i dottori perché la sua immobilità è di origine fisica, non mentale. Viene accolta al reparto di Neurologia dell’ospedale di Padova dove è affidata alla dottoressa Elena Pegoraro e al dottor Gianni Sorarù. Vincenza, oggi, riesce solo a muovere le braccia. Sdraiata in un letto non perde la fiducia e sposta la linea dell’arrivo più avanti. Oltre la soglia della fatica; come quando correva e l’acido lattico le invadeva i muscoli e doveva affidarsi solo alla forza della mente. «Mi fido di chi mi sta curando ma è l’ultima possibilità che voglio dare alla medicina italiana. Se non troverò una risposta la cercherò all’estero». Il Coni e la Fidal non l’hanno abbandonata ma la degenza, le cure e il possibile viaggio negli Usa necessitano di fondi. La dolorosa vicenda è rimasta chiusa nel privato poi Vincenza ha deciso di raccontarla e di raccontarsi. E in suo aiuto è corso, nel vero senso della parola, il popolo dei runners. All’ultima maratona di Padova, lo scorso 17 aprile, centinaia di magliette e di braccialetti riportavano l’hashtag #vincenzanonmollare. Ruggero Pertile, vincitore della gara, sul palco ha ricordato la battaglia di Vincenza per la vita. Stasera a Milano, con partenza alle 22 da piazza dei Mercanti, le scarpe da running si uniranno alle due ruote e ai pattini della tradizionale CriticRunMas, in nome di Vincenza. La corsa si svolgerà a un ritmo di 10 km orari per un’ora e all’arrivo ci sarà la raccolta fondi con vendita di un braccialetto. Domenica 29 maggio a Torino si correrà una Urban Trail Run a suo nome. Vincenza non corre più da sola. © RIPRODUZIONE RISERVATA La Sicari campionessa di corsa, oggi 37enne, è affetta da una malattia neurodegenerativa finora sconosciuta E il popolo dei runners si mobilita in una raccolta fondi per aiutarla IL DRAMMA. Vincenza Sicari
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