giovedì 1 settembre 2016
​Il nuovo ct azzurro che stasera debutta nell’amichevole contro la Francia sta già “dividendo”: non convince l’esclusione a priori del miglior giovane italiano, Berardi Si è tornati ai tempi delle porte chiuse a Baggio e Zola.
 Ventura: «no» al talento. Per cominciare
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Giampiero Ventura deve ancora costruire la sua Nazionale che debutterà questa sera contro la Francia (Tv: Raiuno, ore 20.45) in amichevole nella “sua” Bari, città di elezione dell’allenatore ligure. Ma con le prime convocazioni il nuovo ct ha già contribuito a riproporre un genere che mancava da qualche tempo intorno alla squadra azzurra: la saga del grande escluso. La mancata convocazione di Domenico Berardi ha fatto tornare d’attualità una situazione che per assenza di protagonisti non aveva caratterizzato le ultime edizioni di Mondiali ed Europei. È stato troppo entusiasmante l’avvio di stagione del campioncino del Sassuolo per non scatenare le opinioni di guelfi e ghibellini del pallone, divisioni che da sempre animano il dibattito calcistico italiano. E troppo esiguo l’attuale dotazione del nostro serbatoio di talenti per non prendere in considerazione Berardi, calciatore capace di fare quasi tutto quello che si può chiedere a un attaccante. Sfrontato, elegante, preciso, tecnico: piedi e visione di gioco, tiro e lancio, inserimento e ultimo passaggio. Il fantasista calabrese ha tutto. Non a caso la Juventus ce l’ha in pugno da tempo e sono risultati del tutto vani i tentativi estivi dell’Inter di provare a sfruttare il tifo nerazzurro di Berardi per modificare il corso della futura destinazione del 22enne calabrese.  Nel momento in cui Thohir, alla presentazione della nuova proprietà cinese dell’Inter, ha fatto il nome di un talento italiano sulla lista dei desideri di Suning, ha ovviamente citato Domenico Berardi. Ma tutto questo non è bastato a convincere Ventura. L’ex tecnico del Torino ha avuto la sincerità di non nascondersi dietro la giustificazione dell’infortunio rimediato dal nume- ro 10 nel corso della partita di campionato col Pescara. Non ha nemmeno parlato del carattere di Berardi che talvolta tende a qualche uscita bizzosa tipica dei cavalli di razza. Ventura è andato dritto sul discorso tattico: il giocatore del Sassuolo non avrebbe spazio nel modulo 3-5-2. Lo schema adottato da Antonio Conte agli Europei sul quale intende lavorare anche il nuovo Ct azzurro. Sembra ormai un marchio di fabbrica italiano al punto che Frank De Boer, non sapendo bene come muoversi al suo debutto nel nostro campionato a Verona col Chievo, è andato sul sicuro scegliendo questo assetto di gioco. Talmente prevalente il discorso tattico da spingere a escludere il nostro maggior talento e riaprire un filone che era rimasto senza aggiornamenti almeno dal 2010 quando Lippi decise di non portare in Sud Africa i due 'irregolari' per eccellenza del nostro calcio: Balotelli e Cassano che in quel momento erano ancora a buoni livelli.  Ma la spedizione di quattro anni dopo in Brasile cancellò quei rimpianti: Prandelli, infatti, non venne assolutamente ripagato da Super Mario e Fantantonio che invece erano stati decisivi agli Europei 2012. Ma queste sono esclusioni da nulla rispetto a quelle del passato. Nel 2002 era difficile trovare qualche appassionato italiano d’accordo con Trapattoni che depennò Roberto Baggio dalla lista per i Mondiali di Giappone e Corea del Sud. Sembrò davvero un affronto nei confronti del Divin Codino che, nonostante una carriera piena di trionfi personali e di squadra, si impegnò allo spasimo andando quasi contro le normali possibilità biologiche per recuperare in pochissimi mesi dall’ennesimo infortunio ai legamenti del ginocchio. Baggio, allora al Brescia, si sfiancò per giocare l’ultimo Mondia-le, doppiamente importante per un personaggio come lui popolarissimo in Estremo Oriente. Ma il Trap non assecondò questi sforzi quasi commoventi. Quattro anni prima in Francia, Cesare Maldini lasciò a casa Zola e Pierluigi Casiraghi. Particolarmente curiosa l’esclusione del centravanti che aveva segnato il gol determinante nello spareggio con la Russia. Il primo nome che viene in mente quando si parla di questo genere di scelte è sicuramente quello di Roberto Pruzzo. L’attaccante della Roma, tre volte capocannoniere della Serie A, venne sistematicamente ignorato da Enzo Bearzot dal 1978 al 1986. Ma risulta impossibile contestare il Ct del trionfo di Spagna ’82. Con il «no» di Ventura a Berardi la trama si arricchisce di un nuovo episodio. Prima dell’Europeo di Francia proprio la mancanza di esclusioni eccellenti era stata utilizzata per dimostrare la carenza di talenti del nostro calcio. Nessuna vera polemica intorno a chi non era stato chiamato da Conte. Grazie a Ventura e Berardi gli appassionati italiani possono tornare a dividersi come una volta.
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