lunedì 14 settembre 2009
Leone d’argento per la migliore regia all’iraniana Shirin Neshat per la pellicola «Women without men», su quattro donne persiane. Premio speciale della giuria a «Soul Kitchen» di Fatih Akin. Miglior attore Colin Firth, miglior attrice Ksenia Rappoport. All’Italia solo premi minori. Nessun riconoscimento a Giuseppe Tornatore, che era tra i favoriti.
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    Alla fine i pronostici sono stati rispettati: il messaggio pacifista di Lebanon dell’israeliano Samuel Maoz ha convinto e messo d’accordo la giuria del Festival di Venezia presieduta da Ang Lee che lo ha premiato con il Leone d’Oro della 66ª edizione. Il film, distribuito in Italia dalla Bim, racconta la guerra dal punto di vista di chi la combatte all’interno di un carro armato, drammatica esperienza vissuta dallo stesso regista che ringrazia dicendo: «C’è chi come me è tornato dalla guerra sano e salvo, si è sposato e ha avuto figli, ma con l’anima è rimasto imprigionato».Il Leone d’Argento per la migliore regia è andato invece a Women Without Men dell’iraniana Shirin Neshat che nei giorni scorsi con le sue attrici ha punteggiato di verde il tappeto rosso della passerella per ricordare la drammatica situazione che affligge il proprio paese in lotta per libertà e democrazia. «Prego il governo di concedere finalmente alla gente ciò che ha il diritto di avere», dice commossa la regista al termine del suo appassionato discorso di ringraziamento.Joe Dante consegna poi il Premio Speciale della Giuria a Soul Kitchen del turco tedesco Fatih Akin (sempre distribuito dalla Bim) che in questo nuovo film cambia registro realizzando una commedia su amore e cibo, amicizia e seconde opportunità. Entrambi gli attori premiati con La Coppa Volpi sono i protagonisti di un’opera prima. La migliore interpretazione maschile è quella dell’elegantissimo Colin Firth, protagonista di A Single Man dello stilista e neo regista Tom Ford, storia dell’ultimo giorno della vita di un professore gay nell’America degli anni Sessanta. Ksenia Rappoport è invece la migliore attrice per La doppia ora, il thriller di Giuseppe Capotondi che tra le quattro pellicole italiane in competizione è quello che ha convinto meno la critica. «Questo paese – dice Firth – mi ha inondato di regali: l’arte, il cinema, la cucina, il vino e anche una moglie bellissima e due bambini meravigliosi. E ora sono qui per il regalo di Tom Ford, che mi ha dato la sua fiducia, mettendo nelle mie mani un progetto molto importante per lui».Insensato invece il Premio Mastroianni per il miglior attore emergente alla Jasmin Trinca per il controverso film di Michele Placido, Il grande sogno che si sta trasformando in una grande guerra tra regista e produttori. Jasmine ringrazia tutti e condivide il premio con i suoi compagni di set, ma davvero non si capisce cosa ci faccia con quel premio un’attrice giovane e brava, da anni ormai conosciuta e apprezzata anche nei festival internazionali: siamo pronti a scommettere che il premio ha sconcertato (e forse offeso) anche lei. Grande delusione invece per Todd Solondz che si porta a casa solo un’Osella per la migliore sceneggiatura del suo Life During Wartime, corrosivo ritratto di un’America devastata da un’apocalisse morale che secondo molti avrebbe meritato un premio decisamente più consistente. L’Osella per il miglior contributo tecnico va invece a Sylvie Olive per la scenografia del film Mr. Nobody di Jaco Van Dormael. Il Leone del Futuro – Premio Opera Prima Luigi De Laurentiis ha riconosciuto il talento del regista filippino Pepe Diokno per Engkwentro, mentre nella sezione Controcampo italiano vince Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli, film dal gusto vintage che racconta un momento cruciale del Novecento attraverso gli occhi di un’adolescente.
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