giovedì 3 febbraio 2022
Negli spazi della Biblioteca apostolica vaticana una mostra le opere di Pietro Ruffo dialogano con pezzi posseduti dalla Biblioteca, per lo più opere d’arte riferenti alla cartografia
Una delle stampe in mostra

Una delle stampe in mostra - Biblioteca apostolica vaticana

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Che una secolare istituzione culturale apra le proprie porte per una mostra, è già una notizia. E che questa mostra porti a conoscenza del pubblico opere di un interesse inedito e tracci un percorso quasi 'spregiudicato' nella propria proposta espositiva, è una seconda notizia. E che tutto questo sia ad opera della Biblioteca apostolica vaticana, beh, questa è 'la' notizia. Fino all’11 marzo è visitabile, negli spazi della Biblioteca dei papi in Vaticano, una mostra di Pietro Ruffo intitolata 'Tutti. Umanità in cammino', in cui le opere dell’artista romano dialogano con pezzi posseduti dalla Biblioteca, per lo più opere d’arte riferenti alla cartografia (prenotazioni su vaticanlibrary.va). «Abbiamo fatto dialogare Pietro Ruffo e le sue opere cartografiche con una serie di carte che testimoniano come la cartografia non sia solo un’espressione della geografia ma pure un modo umano per rappresentare diverse situazioni», spiega don Giacomo Cardinali, aiuto-scriptor della Biblioteca, uno dei curatori della mostra, inaugurata qualche tempo fa direttamente da Papa Francesco. E infatti, a fianco e lungo il percorso contrassegnato dalle opere di Ruffo, giocate sui rilievi cartografici e su un’alternanza tra blu e bianco, compaiono delle cartine che geografiche non sono, ma testimoniano la fantasia umana nel cercare di tracciare, delimitare, dare un nome a spazi diversi. Ecco dunque la mappa-manifesto dell’antiproibizionismo americano degli anni Trenta, con disegnata sopra l’Isola del piacere in mezzo al mare della proibizione, con la nave (simbolo del XVIII emendamento che vietava l’alcool) che sta naufragando. Fa bella mostra di sé un enorme planisfero di provenienza cinese, considerato «la più antica e la più ampia carta celeste cinese», risalente al 1634 e opera del gesuita Johan Shall von Bell. Curiosissime altre due cartine esposte nella Biblioteca: una, quella che rappresenta le passioni umane: il Regno della Stravaganza, l’Impero degli Stomaci Grassi, la Terra dell’Indolenza e la corrispettiva della Gola, alcuni dei territori che compaiono in questa mappa a firma di Johan Baptist Homann e intitolata Utopiae tabula, datata 1696. L’altra curiosità è opera di Bartolomeo Del Bene e sotto il titolo Civitas Veri sive morumrappresenta un esempio di cartografia morale ispirata alle opere di Aristotele. L’esperienza visiva di alternanza tra le opere di Ruffo e i pezzi della Biblioteca ha poi un’impennata emotiva quando si oltrepassa la porta della Biblioteca Barberini e ci si imbatte in un’esperienza unica: l’intera biblioteca lignea è 'occupata' da rotoli cartacei disegnati da Ruffo e che riempiono ogni scaffale, anche quelli più piccoli, dando quasi plasticamente l’idea di essere entrati in una foresta cartacea. Un incontro emotivo che riassume questo dialogo tra moderno e antico, cifra precipua di questa esperienza espositiva. Che il cardinale José Tolentino Mendonça, Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa, mette in dialogo con la capacità comunicativa del pontificato di Francesco: «Tentando di infrangere i sonnambuli limiti del linguaggio dominante, papa Francesco espande la nostra visione del mondo (…). La contemporaneità abbisogna di mappe. E che cosa sono le mappe se non, come propone Didi-Huberman, un modo diverso di organizzare la conoscenza, una ricerca alternative alle forme correnti di abitare la storia?».

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