giovedì 19 maggio 2016
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In quel rettangolo di terra battuta a pochi metri dal mare, nel 2011, durante la “primavera araba”, vi furono ammassati migliaia di tunisini in fuga. Lì, nel 2013 papa Francesco, nel suo primo viaggio da pontefice, celebrando la messa puntò il dito contro la «globalizzazione dell’indifferenza ». Tra poco più di un anno, però, il campo di calcio di Lampedusa diventerà uno stadio vero e proprio, a norma Uefa Euro 1, omologato per ospitare i campionati federali. È il dono che le 22 società della Lega Nazionale Professionisti B, attraverso B Solidale onlus, hanno deciso di fare all’isola come segno di vicinanza ad una comunità che ha reso l’accoglienza dell’altro e l’incontro - valori imprescindibili nello sport - uno stile di vita. «In un momento in cui si costruiscono muri, noi costruiamo un ponte», ha detto il presidente della Lega B, Andrea Abodi, presentando in Vaticano «The Bridge. Un ponte per Lampedusa », che permetterà all’isola di avere «prima delle prossime vacanze estive» un impianto del valore di due milioni di euro con tribuna coperta da 500 posti, spogliatoi, aree polifunzionali e di servizio e con un campo in erba mista, naturale e sintetica, resistente alle alte temperature e al salmastro. «Sarà una struttura a impatto zero. Sfruttando il fotovoltaico, l’impianto sarà autonomo e speriamo possa fornire energia anche alla città», ha spiegato Abodi sottolineando che «con uno stadio che dispensa opportunità sportive a tutti, vogliamo testimoniare attenzione e rispetto». L’iniziativa, nata dall’idea dell’avvocato Federico Vecchio e realizzabile grazie al sostegno di organizzazioni filantropiche, di club di Serie A e di soggetti che si occupano di raccolte fondi, ha come obiettivo quello di costruire non solo uno stadio, ma soprattutto un centro di aggregazione per i ragazzi di Lampedusa e per gli immigrati ospiti del centro di accoglienza. Nell’ottica di «un progetto di sviluppo ampio, accompagneremo per cinque stagioni sportive le squadre di Lampedusa che hanno avuto tante difficoltà a partecipare ai campionati nazionali per i costi e per la logistica», ha aggiunto Abodi che, dopo aver mostrato il pallone autografato da Francesco al termine dell’udienza generale, ha annunciato di «aver chiesto di poter calendarizzare in quello stadio una partita delle under azzurre». «Siamo convinti - ha confidato - che la Figc non farà mancare il suo appoggio e poi inviteremo anche la Nazionale». «Con il viaggio di papa Francesco, è iniziato il riscatto dell’isola, la fine della nostra solitudine», ha ribadito il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che ha espresso la gratitudine dell’amministrazione e di una comunità che vuole continuare ad essere «porta aperta e faro per tutti». «Il campo è un gesto di sostegno e solidarietà in nome dello sport che ha un linguaggio universale, che supera i confini e parla al cuore della gente», ha rilevato il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, intervenuto alla conferenza stampa insieme al vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze. «In tempi di blocchi al Brennero e di difficoltà alle frontiere, questa iniziativa - ha evidenziato Re rappresenta un messaggio in senso opposto, è un invito a costruire ponti». «Sarebbe bello - ha rilanciato l’allenatore e membro del Comitato etico della Serie B, Emiliano Mondonico - se il Vaticano si facesse promotore della realizzazione di un oratorio a Lampedusa ». Per continuare a giocare la partita della solidarietà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le squadre cadette di calcio doneranno all’isola un impianto omologato dall’Uefa che sarà anche centro di aggregazione Progetto stadio di Lampedusa
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