martedì 16 febbraio 2010
Impresa dell’azzurro Cottrer che sfiora l’oro nella 15 km. Una grande conferma per il fondista bellunese che fa il “tris” olimpico dopo Torino 2006, quando aveva vinto l’oro nella staffetta 4x10 km e il bronzo nell’inseguimento: «Sono come il vino rosso: più invecchia e più diventa buono».
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Un“cater-Piller”, ed è un Cottrer d’argento nella 15 chilometri tecnica libera di fondo maschile. Un gigante che è arrivato stremato al traguardo dopo aver fatto registrare un tempo fantastico 32’38’’1, secondo ad appena 24 secondi dal nuovo campione olimpico lo svizzero Cologna. Alla fine solo gioia e anche le lacrime di questo “gigante” bellunese di Sappada, quasi coetaneo dell’altro grande “vecchio” eroe di giornata, lo slittinista Armin Zoeggeler. Dopo i due bronzi arrivati dallo slittino e la combinata con il talento friulano, il 20enne Pittin, la terza medaglia all’Italia la regala lui, il cater-Piller che così cala il suo personale tris olimpico. Piller Cottrer aveva vinto il bronzo nell’inseguimento a Torino quattro anni fa, oltre all’oro nella staffetta 4X10. Quell’oro di Torino condiviso con Giorgio Di Centa che ieri sul tracciato di Whistler è arrivato decimo ed è stato il primo a complimentarsi con il compagno: «Sono felice per Pietro, è un super risultato per tutta la squadra italiana». Complimenti e abbracci anche dagli altri azzurri Valerio Checchi e Thomas Moriggl, soddisfatti per la medaglia del compagno, ma un po’ delusi per la prestazione personale: sono arrivati molto staccati, rispettivamente 19° e 24°. Ma tutto il clan dell’Italfondo è in festa per questa impresa compiuta da Pietro il grande che si asciuga le lacrime di gioia e comincia a sciorinare il suo pensiero vincente. «Quello che mi inorgoglisce è che nonostante i miei 35 anni riesco ancora a concentrarmi su un obiettivo e centrarlo. Dedico questa vittoria a tutti i miei tifosi, che è una lista lunghissima, a mia moglie Francesca, ai miei figli Fabio e Marta». Il primo pensiero va alla sua famiglia per quello che comunque in cuor suo era un successo annunciato: «Me lo sentivo e alla fine si è avverato. È stata una giornata fantastica sin dai primi metri, qui lo stile di sciata ha fatto la differenza. Sono anni che ci lavoro». Un argento che poteva tingersi d’oro, perché tra lui e l’elvetico campione olimpico ci sono solo quei 24 secondi che hanno fatto trepidare tutti quelli che hanno assistito a questa straordinaria ed emozionante 15 km. «Essere battuto da uno come Cologna non è una sconfitta. Sì, sono come un vino rosso, più invecchio e più divento buono. Diciamo un Amarone...». Un grande vino d’annata che alla sua quarta Olimpiade continua a stupire e va ad incorniciare una carriera cominciata con il 16° posto nella 50 km all’esordio a Nagano. Poi da Salt Lake è sempre stato sul podio: argento in staffetta nell’edizione americana del 2002 e poi quella fantastica accoppiata di Torino 2006 oro e bronzo a Torino. La terza “zampata” canadese è il successo di un monumento della “vecchia guardia” del fondo italiano. Un colpo magistrale, degno di una schiacciata di uno dei suoi idoli, il cestista americano di Kobe Bryant. Adesso lo aspettano altre tre gare ad alta tensione: l’inseguimento, l’oro da difendere nella staffetta 4x10 e per chiudere la 50 chilometri in cui gli italiani non partono favoriti ma con un Cottrer così tutto è possibile.
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