giovedì 21 aprile 2016
«Sclarandi ucciso mentre portava le ostie»
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A indagare sulla morte del sottotenente degli alpini Renato Sclarandi è il procuratore della Commissione per il perseguimento dei crimini contro la nazione polacca di Stettino, Krzysztof Bukowski. L’inchiesta è stata aperta presso la delegazione di Koszalin, non lontano da Czarne. Un lavoro, spiega il procuratore, che «rientra nel dovere della Commissione di investigare sui crimini del regime comunista e di quello nazista, oltre che sugli altri crimini contro la pace, l’umanità e di guerra perpetrati in terra polacca». Procuratore, da dove nasce l’inchiesta su Sclarandi? «Il 14 dicembre 2015 lo storico italiano Ettore Deodato ha presentato alla delegazione di Koszalin dell’Istituto per la memoria nazionale il caso Sclarandi. Dopo le dovute verifiche, il 15 febbraio 2016 è stata ufficialmente aperta l’inchiesta sull’assassinio del militare italiano, colpito a morte da uno sparo da una sentinella tedesca di cui non si sa il nome. Tale atto, infatti, rappresenta un severo atto di repressione e un crimine contro l’umanità. Scopo dell’indagine è dare un nome alla guardia tedesca che sparò, ma anche chiarire le circostanze e gli altri possibili danneggiati da quel gesto. Le prove hanno già accertato che Sclarandi è stato colpito mentre stava portando le particole per l’eucaristia all’ospedale del campo. Durante l’inchiesta, inoltre, ci siamo rivolti anche ad altre istituzioni come l’Ufficio centrale per l’indagine dei crimini nazionali socialisti a Ludwigsburg». Quanti furono i soldati italiani che passarono da Hammerstein? «Secondo diverse stime più di 20mila soldati italiani internati persero la vita nel territorio polacco. Nel campo di Hammerstein c’erano non solo militari italiani ma anche polacchi, sovietici, americani, belgi, francesi, dei Paesi balcanici. Al 1° ottobre 1943 si contavano 12.904 italiani nel campo, mentre il 1° gennaio 1945 erano 171. Finora abbiamo la conferma della morte di 20 soldati ad Hammerstein, ma l’inchiesta è in corso e il numero può variare. Abbiamo la documentazione sull’esumazione di 18 di questi morti». Esistono altre indagini in corso sugli italiani? «Un’altra inchiesta è stata condotta dalla delegazione dell’Istituto per la memoria nazionale di Koszalin e riguardava gli italiani internati in questa città tra l’ottobre 1944 e il marzo 1945. L’indagine ha toccato in particolare il crimine di guerra commesso da ignoti a Koszalin nel marzo 1945 e portò alla morte di 60 prigionieri italiani. Purtroppo il 9 marzo 2007 l’inchiesta fu archiviata per l’impossibilità di identificare i colpevoli».
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