mercoledì 11 maggio 2016
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Troppi titoli contemporanei e poco repertorio classico. E concentrato, il poco di classico in cartellone, tutto a fine stagione. Al termine della presentazione della nuova stagione di ballo del Teatro alla Scala, che si apre il 20 dicembre con una versione di Coppelia ideata dal nuovo direttore del Corpo di ballo Mauro Bigonzetti, ieri nel foyer del teatro è andata in scena la protesta dei ballerini scaligeri. La compagnia milanese, dopo aver affrontato la questione in un’assemblea, ha fatto sentire la propria voce chiedendo un confronto con il sovrintendente Alexander Pereira per sottolineare lo sbilanciamento verso il contemporaneo del nuovo cartellone. Un aspetto che per i danzatori milanesi rischia di cancellare l’identità del Corpo di ballo. Da qualche tempo è in atto un cambio del repertorio ballettistico, basti pensare al “pensionamento” di alcuni capolavori di Rudolf Nureyev a favore di nuove riletture di Schiaccianoci, Bella addormentata e Lago dei cigni. Non fa eccezione il cartellone 2016-2017 disegnato da Bigonzetti, arrivato a marzo alla guida della compagnia dopo l’improvviso addio di Makhar Vaziev andato a guidare il Bolshoi. A febbraio La sagra della primavera (la partitura di Stravinskij sarà affidata alla bacchetta di Zubin Mehta) con la coreografia di Glen Tetley, una nuova Sheeherazade firmata da Eugenio Scigliano è in cartellone ad aprile mentre a maggio previsto un Poggetto Haendel del direttore Bigonzetti. Sul fronte classico, oltre alla ripresa del Lago dei cigni che debutterà a giugno con la messa in scena di Alexey Ratmanskij, tornano il Sogno di una notte di mezza estatedi George Balanchine e il Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan, quest’ultimo uno dei due soli titoli, insieme all’inaugurale Coppelia, che vedranno in scena l’etoile Roberto Bolle. Pereira e il Corpo di ballo torneranno a vedersi già oggi per proseguire il confronto. Pierachille Dolfini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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