lunedì 21 novembre 2016
Noto in tutto il mondo anche per le sue opere teatrali, era riconosciuto a livello internazionale soprattutto come grande autore di racconti
Un ritratto di William Trevor

Un ritratto di William Trevor

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Poco più di tre anni dopo la morte del poeta Séamus Heaney, l'Irlanda perde un altro dei padri nobili della sua letteratura. Nel pomeriggio del 21 novembre la casa editrice Penguin Random House ha annunciato la scomparsa di William Trevor, 88 anni, uno dei più grandi scrittori irlandesi del dopoguerra, di sicuro il più importante tra quelli ancora in vita. Autore di una ventina di romanzi di grande successo, molti dei quali tradotti anche in Italia dall'editore Guanda, tra cui Giochi da ragazzi, Marionette del destino, Morte d'estate, La storia di Lucy Gault, L'amore, un'estate e Il viaggio di Felicia – portato al cinema nel 1999 dal regista Atom Egoyan -, Trevor è stato inserito quattro volte tra i finalisti del Man Booker Prize per la migliore opera dell'anno in lingua inglese, ha vinto tre edizioni del Whitbread Prize e da tempo era candidato al premio Nobel per Letteratura.

Nato nel 1928 da una famiglia protestante nella contea meridionale di Cork, da oltre cinquant'anni era emigrato in Inghilterra, da dove aveva continuato a raccontare il suo paese con la passione e il distacco dell'esiliato. «Gli irlandesi si dilettano con le storie, di qualsiasi genere – diceva - perché sono capaci di raccontarle e di ascoltarle in modo istintivo». Si è fatto conoscere in tutto il mondo anche per le sue opere teatrali, ma era riconosciuto a livello internazionale soprattutto come grande autore di racconti, un'abilità che gli è valsa paragoni con giganti del calibro di Maupassant, Čechov e Joyce, spingendo anni fa Graham Greene ad affermare cheil suo Angels of the Ritz era la miglior raccolta di short stories dai tempi di Gente di Dublino.

Alla notizia della sua scomparsa, la scrittrice statunitense Joyce Carol Oates è stata la prima a celebrarne la memoria, definendolo su Twitter «un grande scrittore di racconti, dalla prosa elegante, poetica e sobria». Nell'ultima fase della sua vita Trevor si era concesso anche lunghi periodi di vacanza in Italia, un paese che diceva di amare perché condivideva la stessa storia di immigrazione della sua Irlanda.

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