venerdì 21 giugno 2013
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​Le colline del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene sono candidate al riconoscimento Unesco come patrimonio dell’umanità. Il motivo non va ricercato tanto nella produzione delle "bollicine" che fanno concorrenza direttamente allo Champagne. Ma nella storia e nella cultura di questo caratteristico ambiente. Basterà salire dal 29 giugno a Pieve di Cadore e visitare la mostra "Tiziano Venezia e papa Borgia per constatare, infatti, l’importanza di questo paesaggio che il Cima, per tanti aspetti suo discepolo, ha dipinto nelle sue tele. Altri secoli, ma più recentemente è stato Andrea Zanzotto a celebrare in poesia i sentieri di campagna e di collina come mondo "altro" rispetto a quello che veniva sepolto dai capannoni industriali. I vigneti sembrano, in effetti, un merletto ricamato sulla pedemontana trevigiana che sale e scende tra Valdobbiadene e Conegliano, fino a Vittorio Veneto, con filari che sfidano le grave del Piave (decine di migliaia di morti durante la prima guerra mondiale) e che, sul versante opposto, si arrampicano su su lungo la montagna, che solo apparentemente sembra arida. Valdobbiadene è la capitale dello spumante Docg. Ma una capitale reticolare, con Conegliano che custodisce gelosamente la casa del Cima, un castello medievale, numerosi palazzi risalenti al Rinascimento in quella "Contrada Granda" che è anche impreziosita da un Duomo che colpisce per la splendida facciata, opera del Pozzoserrato, e per una Sala dei Battuti da mozzafiato. La pala d’altare del Cima, proprio nella chiesa arcipretale, immortala queste colline, che in tutta la loro splendida delicatezza si possono ammirare dal colle Castellar, a Castello Roganzuolo, dove una chiesa molto antica, che risale al XIII secolo, ospita dal 1600 pregevoli opere di Pomponio Amalteo e di Tiziano, nonchè affreschi di Francesco da Milano. Poche centinaia di metri più avanti, a Colle Umberto, ecco villa Fabris, che Tiziano si fece costruire intorno al 1545 in mezzo ai vigneti. Un itinerario d’arte, di storia e di cultura che si completa con i palazzi di Serravalle, a Vittorio Veneto, mentre ritornando verso Valdobbiadene è obbligatoria una tappa all’antica pieve di San Pietro di Feletto, che con i notevoli affreschi, in parte pregiotteschi, ci riporta alle origini della fede e dell’arte del territorio, a quanto resta dell’abbazia camaldolese di Rua, paese che deve il suo nome alla "ruota" per la distribuzione dei pasti ai poveri,  e alla storica Basilica di Follina, dove anche padre David Maria Turoldo trovò ispirazione per tante sue preghiere e poesie. A Conegliano opera, più che mai attiva la scuola enologica, fondata nel lontano 1876, la prima in Italia. Vi ha studiato anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che da ministro portò un G8 dell’agricoltura a Castelbrando di Cison. «In quella circostanza spiegai ai colleghi ministri che queste colline sono la culla del lavoro dell’uomo che negli anni ha saputo non solo rispettare l’ambiente, ma anche valorizzarlo con il proprio lavoro dando vita ad un prodotto d’eccellenza come il Prosecco. E proprio per questo dissi, già in quell’occasione, che questo ricamo collinare si meritava il riconoscimento dell’Unesco». Il progetto di candidatura a Patrimonio Unesco inizia nel 2008 e vede capofila il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Innocente Nardi ne è il presidente. «Qui, ancora oggi, il vino viene "fatto a mano". La viticoltura in questo territorio ha saputo perfettamente integrarsi e svilupparsi in accordo con le particolarità geografiche, fisiche e climatiche del paesaggio, portando ad una sorta di coevoluzione tra attività dell’uomo e territorio». A fine 2010 è stato comunicato l’inserimento ufficiale nella lista italiana dei siti candidati a Patrimonio Unesco. Tre i presupposti: la presenza di una civiltà e cultura materiale ancora vitale legata alla coltivazione della vite, attività che risale a più di 1.000 anni fa; la forte interazione tra l’uomo e l’ambiente particolarmente fragile che ha consentito di preservare un sistema paesaggistico unico e particolarmente integro; il legame tra queste colline e le opere di artisti di indiscutibile valore, quali Bellini e Cima da Conegliano, i principali maestri del Rinascimento italiano. Per tutti questi motivi le colline così ricamate si meritano anche la copertina dell’elenco telefonico di pagineSì. D’altra parte, con la crisi che miete vittime in tutti i settori, il Prosecco Superiore continua a crescere. Ammontano a circa 70 milioni le bottiglie prodotte, il 74% in più rispetto a 10 anni fa. E le performances dello spumante superiore Docg sono ancora superiori: dai 31,3 milioni di bottiglie del 2003 ai 61,2 milioni del 2011, con un tasso medio annuo di crescita pari all’11,7%, effetto ascrivibile negli ultimi anni in larga misura alle esportazioni, cresciute dal 2003 del 12%.
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