venerdì 15 novembre 2013
Il magnate indonesiano, è il nuovo presidente dell'Inter. E' l'esito dell'assemblea dei soci del club nerazzurro riunita all'hotel Melià di Milano. Massimo Moratti è il nuovo presidente onorario dell'Inter.
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Quando l’era di Massimo Moratti aveva raggiunto la maggiore età, 18 anni di patronato, ha deciso di lasciare “casa Inter”. Il presidente più tifoso d’Europa, saluta e se ne va, indossando la maglia numero “18”, omaggio del nuovo capo del vapore interista. Welcome, all’esotico magnate indonesiano Erick Thohir, uno che del calcio italiano ha capito tutto, «il mio idolo dell’Inter? Nicola Ventola», ha dichiarato, ha fatto di tutto per trattenere il vecchio Massimo all’interno del nuovo staff dirigenziale, ma pare che Moratti voglia farsi da parte, mantenendo il dovuto titolo di “Presidente onorario”  «Grazie a tutti, lascio in parte questa meraviglia che è l’Inter, ma la lascio in ottime mani», si è congedato Moratti salutando il Consiglio di amministrazione. La palla adesso passa al super-presidente Thohir che promette fuoco e fiamme ai top-club rivali, a cominciare dall’aumento delle tessere del tifoso e dei provvidenziali sponsor commerciali da reperire nell’universo globale. Il nuovo mercato, manco a dirlo, sarà l’Asia, dove peraltro Moratti aveva già sfondato con accordi di partenariato con i cinesi. Thohir rilancia, vuole pescare su nuovi bacini d’utenza, che siano disposti ad affezionarsi in fretta alla Beneamata. «In Asia ci sono 2,5 miliardi di persone e dobbiamo coinvolgerle per far tornare la Serie A ai livelli degli anni ’80. Lo stesso accade negli Stati Uniti. Farò in modo che aumentino i tifosi nerazzurri». Thohir, con il suo staff multietnico, si candida ad eroe dei due mondi pallonari, ma ai tifosi interisti domiciliati in Italia interessa una cosa sola: capire quale sarà la campagna acquisti di gennaio e quali le nuove stelle che possono atterrare presto alla Pinetina. Su questo ancora massimo riserbo, anche se a Thohir è chiaro quanto a mister Walter Mazzarri, che per competere con Juve, Napoli e anche con la Roma a questo punto, servono rinforzi e campioni degni dell’Inter del “triplete” di Mourinho. Formidabili quegli anni, che però il tycoon indonesiano ha tutto l’interesse a far rivivere al più presto al popolo interista che vorrebbe una squadra un po’ meno pazza e più competitiva da continuare ad amare. Intanto il presidentissimo venuto da lontano profetizza: «Tra dieci anni, solo 10 club calcistici saranno ricordati in tutto il mondo perché saranno vincenti, per l’entusiasmo che sapranno trasmettere e perché saranno società sane. E l’Inter sarà tra questi club». E noi pazienti, come cinesi sulla sponda del Naviglio, attendiamo fiduciosi il passaggio di questo decennio di un club che per ora è dato solo di sapere che è passato a gestione finanziariamente più potente e che almeno sulla carta è ancora più Internazionale di come lo ha lasciato patron Moratti. Che ringraziamo, se non altro per il tesoro di passione sana e sincera che ha messo in questi 18 anni e che continuerà a portare allo stadio, convinti che se Thohir era il migliore degli acquirenti sul mercato, Moratti resta il Massimo dei presidenti-tifosi in giro per il mondo.
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