mercoledì 11 maggio 2016
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C’è un accordo che lega la misericordia alla nascita, al dono della vita. La lingua ebraica custodisce questo nesso originario: in ebraico rahamin («misericordia») rimanda a rehem («utero»). Misericordia che la Bibbia – come ha notato Paolo De Benedetti – «esprime con parole e immagini di amore paterno, materno, sponsale, e, in modo tutto particolare, con i vocaboli derivati dalla radice r.ch.m. che sta per 'grembo materno', 'visceri', e quindi 'misericordia'». Amore viscerale che s’incarna nel mistero della fecondità. Come ha scritto papa Francesco: «La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato»; essa è simile «all’amore di un padre e di una madre che si commuovono nel profondo per il figlio, è un amore viscerale. Dio ci ama in questo modo con compassione e misericordia». La misericordia – e gli attributi 'femminili' che essa restituisce – conferma dunque e contraddice l’ordine patriarcale che si è costruito attorno alla figura di Dio padre? È la vertiginosa sfida a cui chiama la teologa e pastora protestante Elizabeth E. Green. «I Vangeli – scrive l’autrice – presentano un Gesù che capovolge le strutture patriarcali dell’epoca, mettendo al centro del suo movimento i bambini e i minimi. Sostituisce una linea di comando di stampo gerarchico con il servizio reciproco». L’intera vicenda di Gesù – nell’interpretazione dell’autrice – va letta «come l’abbandono del potere patriarcale». La suggestione della teologa: utilizzare il lemma «D**», che in qualche modo 'traduce' il tetragramma YHWH e l’autoproclamazione del nome così come appare in Esodo 3,14, «D**» «il cui essere è rivolto al futuro». Come ha notato il filosofo Paul Ricoeur – citato dall’autrice –, «la rivelazione del nome è la dissoluzione di tutti gli antropomorfismi, di tutte le figure e figurazioni, ivi compresa quella del padre: il nome contro l’idolo». Per Green non ci sono dubbi: «D**» sgretola un intero sistema: «Che D** relativizzi l’ordine patriarcale è evidente fin dalle prime pagine delle Scritture. Abramo è chiamato ad abbandonare la casa del padre e recarsi in un paese straniero. Tale dinamica non solo è seguita dallo stesso Gesù, ma diventa anche la condizione del discepolato per donne e uomini. Inoltre Gesù parla di coloro che lo seguono come di una nuova famiglia utilizzando i termini di parentela, madre, fratello e sorella. In Cristo Gesù l’abbandono della casa del Padre si rivela una vera e propria kenosi del patriarcato, col suo desiderio di dominio e le sue costruzioni di genere». © RIPRODUZIONE RISERVATA Elizabeth E. Green PADRE NOSTRO? Dio, genere, genitorialità. Alcune domande Claudiana. Pagine 100. Euro 11,50
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