venerdì 4 novembre 2011
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Uno smartphone non è solo un super-telefono. È qualcosa di più: agenda, calendario, taccuino,  navigatore, gioco, macchina fotografica, lettore di news, strumento di socializzazione e intrattenimento, guida, informatore, traduttore e chi ne ha più ne metta. È l’apparecchio che consente di mettersi in tasca tutta la potenza comunicativa di Internet oltre che dei social media, l’utilità (o l’inutilità) dello sconfinato universo delle "apps", il proprio mondo di contenuti e relazioni. Costano molto, e può scandalizzare che in tempi di crisi tanti giovani, e non solo, pensino di destinare a un gadget tecnologico una parte consistente dei propri guadagni o delle mance che ricevono. Ma è anche vero che gli smartphone restituiscono molto di quello che oggi un "nativo digitale" ritiene importante: mantenersi sempre in contatto, attivamente, con il proprio universo di interessi. Il passaggio da gadget a status symbol è avvenuto molto in fretta, con la diffusione dei social media e la trasformazione dei costumi urbani nell’era della precarietà e della mobilità virtuale. Un super cellulare, probabilmente, per un giovane di oggi rappresenta quello che negli anni ’70 e ’80 era l’ultimo modello di automobile, come ha suggerito un’inchiesta del britannico Guardian sulle nuove preoccupazioni dei costruttori di auto. Altro budget, altre ambizioni, altri orizzonti, insomma. Quanto ai limiti di velocità, la frontiera è ancora tutta da esplorare. In questa pagina, una prova "in pista" dei tre modelli di punta.Nella pagina di Avvenire i test su Apple iPhone 4S, Nokia Lumia 800 e Samsung Galaxy SII.
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