sabato 23 maggio 2020
Grazie ai soldi di un magnate, il cielo dopo nove anni ritornerà presto a stelle e strisce: una nuova fase per i viaggi spaziali
Il razzo Falcon 9 che lancerà la navicella Crew Dragon della società Space X

Il razzo Falcon 9 che lancerà la navicella Crew Dragon della società Space X - Reuters/Nasa

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L’America torna all’autonomia nei voli spaziali con astronauti. Nove anni dopo l’ultima missione di uno Space Shuttle, l’Atlantis, che portò ad attraccare sulla Stazione Spaziale un modulo tutto italiano, una navicella spaziale tutta “made in Usa” è pronta a riportare nello spazio un equipaggio umano. E la pandemia, che ha colpito in modo inesorabile anche gli Stati Uniti, non ferma il primo lancio della navicella Crew Dragon, della compagnia privata SpaceX, il cui fondatore e numero uno è il magnate Elon Musk. Può apparire strano, per una potenza spaziale come quella statunitense. Ma sono stati nove anni di missioni in cui gli astronauti a stelle e strisce, e quelli dei partner internazionali che cooperano nel programma della Stazione Spaziale Internazionale (Europa e Italia comprese), hanno dovuto utilizzare le navicelle del vecchio nemico russo. Quelle Sojuz, che peraltro, pur essendo di concezione obsoleta, restano pur sempre pratiche e affidabili. Ora si riparte. Solo un piccolo spostamento di data, dal 7 al 27 maggio, ed ecco pronta al lancio la navicella spaziale statunitense che nulla ha a che fare con gli Space Shuttle: si torna al vecchio concetto delle capsule, ma con una concezione moderna e pratica, con razzi (i Falcon 9) del tutto recuperabili.

Quindi, tutto pratico, moderno e soprattutto economico. Gli Space Shuttle vennero mandati in pensione dopo trent’anni dalla prima missione (del 1981), con fortune alterne, e due gravi incidenti. Troppo elevati i costi, tra manutenzione e missione stessa (da 300 a 700 milioni di dollari): un controsenso rispetto all’idea per cui erano stati progettati, come velivoli spaziali in grado di essere recuperati, riutilizzati (fino a 100 missioni da programma originario, del 1977), e quindi con abbattimento dei costi Terra–Spazio–Terra. Ora, nell’ambito di un programma finanziato inizialmente anche dalla Nasa per lo sviluppo di un programma commerciale, la Crew Dragon della Space X e la “Starliner” della Boeing sono risultate le vincitrici. La Nasa, quindi, per le missioni all’orbita terrestre si affida ai privati, mentre per il ritorno alla Luna e poi l’obiettivo Marte, continua a sviluppare il razzo SLS e la navicella “Orion” nell’ambito del Progetto Artemis.

La Crew Dragon, per la missione “Demo 2” che aveva già subito molti rinvii e che la pandemia non ritarda, a differenza di molte altre missioni che sono state rinviate o la cui data è in dubbio. E se la piattaforma di lancio è sempre quella storica delle missioni Apollo e Shuttle (la 39 A di Cape Canaveral), del tutta nuova e avveniristica è la struttura di lancio. Non più le vecchie passerelle a tralicci, che permettavano agli astronauti di passare dalla rampa al veicolo spaziale, ma una passerella simile a quella degli aeroporti. Lo stesso veicolo spaziale è del tutto avveniristico. Inizia quindi una nuova era. Il lanciatore è il collaudato razzo Falcon 9, pronto ad inviare gli astronauti Douglas Hurley e Robert Behnken verso la Stazione Spaziale Internazionale. E se questa missione è la prima con equipaggio, e quindi nata in origine come un volo di test con i soli due astronauti– piloti (in successive missioni si arriverà a 4 o 6 astronauti), si è poi deciso di farne in realtà una missione operativa vera e propria, dato che Benkhen e Hurley resteranno sulla Iss per ben tre mesi.

Dopo il rientro, avvenuto in aprile, del cosmonauta Oleg Skripochka, con i due astronauti americani Jessica Meir e Andrew Morgan, ora in orbita restano in tre, e arriveranno quindi questi due astronauti della missione Space X a portare a cinque il numero di coloro che vivono e lavorano sulla Iss. In attesa del prossimo lancio Sojuz di ottobre. Finora, l’agenzia spaziale americana per mandare astronauti in orbita si era dovuta appoggiare alle vecchie, ma sempre efficienti Sojuz russe, che partono dal cosmodromo di Bajkonur. Secondo i piani della Nasa, se Demo– 2 avrà successo, la seconda missione Crew Dragon potrebbe essere lanciata ad agosto o settembre. E nel frattempo, per giugno è previsto un nuovo lancio del razzo Falcon Heavy, il potente vettore (con tre stadi tutti recuperabili) destinato a inviare verso Luna e Marte grossi moduli senza equipaggio. Se il lancio avverrà il 27 maggio, Space X sarà arrivata prima di Boeing, che invece conferma, ma per l’estate, la sua prima missione con equipaggio della navicella Starliner: tre astronauti, ai comandi il veterano ex Nasa Chris Ferguson, quindi Mike Fincke e Nicole Mann. La pandemia non ferma le attività della Stazione Spaziale Internazionale. Una buona notizia anche per l’Italia, che ha realizzato buona parte dei moduli abitati, e sviluppa i cargo Cygnus che trasportano rifornimenti alla Iss. Anche questi lanci, nonostante qualche piccolo ritardo, restano confermati.

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