La Nba ha decretato le sue finaliste - Golden State, dell’emergente Stephen Curry, eletto Mvp del campionato, sfida i favoritissimi Cavs Cleveland guidati dal “fenomeno” LeBron James –. Mentre in Italia i playoff di basket sono ancora a metà strada: iniziano le semifinali, dove sono approdate le quattro squadre più forti. Quelle pronosticate a inizio campionato. Qualcuna ha avuto un percorso facile (Milano), altre hanno sofferto e speso tanto, forse più del dovuto (Reggio Emilia e Venezia), col rischio di ritrovarsi con il fiato corto in finale. Perché ora si inizia a giocare al meglio delle sette partite e a giorni alterni, una giostra che fa girare la testa e appesantisce le gambe, dove i panchinari diventano importanti quanto i titolari. Non ci si può più permettere di lasciare qualcuno a scaldare la panca, la rotazione diventa indispensabile e avere buoni rincalzi può fare la differenza. Ecco perché diverse squadre hanno messo mano al portafogli per rinforzare il roster anche nelle ultime settimane.
Subito in campo Milano contro Sassari, le favorite della prima ora, le nuove rivali del canestro italiano con già tanti conti da regolare. Si ritrovano di fronte le finaliste della recente Coppa Italia, dove i sardi hanno battuto i lombardi. Ma una partita secca è ben diversa da una serie. Da una parte si gioca per scrivere l’ennesimo capitolo di una storia infinita, dall’altra per fare il definitivo salto di qualità affiancando lo scudetto alle due Coppe Italia e alla Supercoppa italiana. Ma l’Armani Milano quello scudetto ce l’ha cucito sulla canotta e strapparglielo sarà davvero un’impresa, anche perché con quello che costa non può assolutamente permettersi di perdere anche l’ultimo treno stagionale.
Sabato, invece, le arrembanti Grissin Bon Reggio Emilia e Reyer Venezia partiranno per cercare di raggiungere un traguardo storico per entrambe: la finale. La Reyer la sua vetta storica l’ha già scalata: mai prima d’ora era arrivata così in alto, a differenza di Reggio Emilia che la semifinale l’aveva assaporata diciassette anni fa, nell’altro secolo.
Due squadre filosoficamente diverse. L’ambiziosa Venezia, costruita con una salda impalcatura straniera, nella quale a far brillare il tricolore ci sono coach Carlo Recalcati e il giovanissimo talento Ruzzier, ai quali nelle ultime settimane si è aggiunto Aradori.
Reggio Emilia, invece, sta lavorando da tempo su un progetto di più ampio respiro che punta sui giovani e, per di più, italiani. Un impegno controcorrente, per non dire rivoluzionario. Una scommessa che nessuno ha mai voluto tentare e solo per questo meriterebbe un premio, ben più importante di quello istituito per gratificare la società che impiega il maggior numero di italiani in campionato. Perché anche da questo impegno passa la riconquista del prestigio continentale della Nazionale azzurra.