giovedì 28 luglio 2016
​Il prossimo 5 agosto, durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, dieci atleti rifugiati sfileranno prima del Brasile. Un segno di speranza per migliaia di profughi in tutto il mondo secondo il Comitato Olimpico Internazionale che ha finanziato i loro allenamenti
La prima volta di una squadra di rifugiati a Rio
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​Tra qualche giorno si avvererà il sogno di Yusra Mardini, la nuotatrice siriana 17enne, rifugiata in Germania che da sempre vuole partecipare ai Giochi Olimpici. A Rio, infatti, per la prima volta, ci sarà una squadra di migranti che sono riusciti a sfuggire alla guerra e alle persecuzioni. Un modo di riscattare le sofferenze di atleti come Yusra che, nuotando per tre quarti d'ora, ha sospinto un gommone in avaria fino alla costa greca. Con la pura forza dei muscoli e della volontà è riuscita così a salvare la vita ai 20 profughi che viaggiavano con lei nel mar Egeo, diretti a Lesbo.

 

A furia di allenamenti nella piscina della Wasserfreunde Spandau a Berlino Yusra è riuscita a qualificarsi per le Olimpiadi di Rio de Janeiro e la sua storia, adesso, sta facendo il giro del mondo. Insieme a quella degli altri nove finalisti che prenderanno parte, il prossimo 5 agosto, ai giochi sfilandonella cerimonia di apertura sotto la bandiera olimpica, prima del Brasile, la squadra del paese ospite. Come lei il maratoneta Yonas Kinde, che ha vissuto sotto protezione internazionale per gli ultimi 3 anni, in Lussemburgo, dove è arrivato nel 2011&# dopo anni di persecuzione. Nativo dell'Etiopia ha lasciato il suo paese per motivi politici. Per questi due atleti la partecipazione alle Olimpiadi è diventata quasi una ragione di vita.

 

La decisione di farli partecipare, insieme ad altri loro 8 colleghi, come parte di una squadra speciale è stata annunciata dal Comitato Olimpico Internazionale all'inizio del mese. Una risposta potente alla crisi mondiale che coinvolge 59 milioni di persone senza paese E'&stato&# sempre& ;il anche a pagare le divise, le attrezzature e gli allenamenti degli atleti rifugiati", che provengono da Sudan, Siria e Repubblica Democratica del Congo.

 

La prima squadra olimpica di rifugiati è "un segnale alla comunità internazionale che i rifugiati sono nostri compagni di umanità e un arricchimento della società ma anche un segno di speranza per altre migliaia di persone nella loro stessa situazione", ha dichiarato Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale.

 

Ecco la squadra degli atleti rifugiati: Rami Anis, Yiech Pur Biel, James Nyang Chiengjiek, Yonas Kinde, Anjelina Nada Lohalith, Rose Nathike Lokonyen, Paulo Amotun Lokoro, Yolande Bukasa Mabika, Yusra Mardini, Popole Misenga.

 
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