venerdì 18 novembre 2011
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​È come un assedio quello che vive lo spettacolo nell’anno della crisi. Una parola scritta tante volte a questo proposito ma che nel 2011 si è colorata della tinta più nera. E così a scorrere i dati rilevati dall’Osservatorio dello Spettacolo Siae per il primo semestre l’impressione è di chi scruta all’orizzonte la bufera in arrivo.Gli italiani hanno speso 1.598 milioni di euro per spettacolo e sport: meno 3,81% rispetto al primo semestre 2010. Un calo che si concentra soprattutto nelle spese accessorie, come consumazioni al bar, prenotazioni di posti e così via, scese del 9%, mentre biglietti e abbonamenti restano sostanzialmenti invariati (1.039 milioni, -0.81%). «La gente continua a spendere per lo spettacolo – è l’analisi di Marina Landi, direttore della Divisione servizi della Siae – soprattutto quando è di qualità, magari rinunciando a bibite e popcorn». Ma per quanto? Cala la spesa (la cui discesa è ormai sistematica) per il settore tradizionalmente più ricco, ballo e concertini (449,6 milioni e -5.82%). Il cinema stacca 60,4 milioni di biglietti (-3,8%) ma con un incasso di 369 milioni di euro vede il box office fare un salto del 9.24% in meno rispetto al 2010, quando, secondo gli analisti, aveva goduto dell’effetto 3D (ma segnando comunque 40 milioni in più del 2009). Meno 1.8% ingressi per la prosa. E -6% biglietti venduti per la commedia musicale (a fronte tra l’altro di una offerta che cresce del 10.36%). Ed è evidente l’ansia di verificare l’andamento della campagna abbonamenti 2011-2012 per capire se porte e mura sapranno resistere ai colpi.  Il punto più saldo della "cinta difensiva" è quello musicale. In questa atmosfera grigia spiccano i risultati dei concerti. La spesa al botteghino registrata è infatti di 105,4 milioni di euro e un’impennata del 21.71%. Un dato che non si spiega solo con un aumento dei prezzi dei biglietti: è cresciuto infatti anche il numero di tagliandi venduti: 3 milioni di ingressi per la musica leggera che segnano un +14.3%, con un fatturato di oltre 97 milioni di euro.Da segnalare i dati relativi alla musica classica: la spesa al botteghino è di circa 21,3 milioni di euro, pari al +15.41% rispetto al primo semestre del 2010, ma soprattutto è in forte aumento la lirica che segna +19% come offerta di spettacoli (anche se il dato numerico assoluto è ampiamente al di sotto di nazioni come la Germania) e +30.2% in termini di spesa del pubblico, exploit che però indica gli alti costi dell’opera: i biglietti venduti sono stati 858mila, comunque un interessante +2.97% (curiosamente il pubblico dal punto di vista numerico è quasi pari a quello del musical, spettacolo dal carattere molto più "popolare").Anche la spesa per lo sport riserva sorprese. Il volume di affari si attesta al primo posto con 612,4 milioni di euro ma con un calo del 15%. L’andamento però non è omogeneo all’interno delle singole discipline. Mentre gli italiani hanno risparmiato su calcio (-5.39%) e sport individuali (-16.09%), hanno dato più fiducia a sport di squadra diversi dal "dio pallone". E così pallacanestro, pallavolo, rugby e baseball hanno segnato un significativo +17.42%. Bisognerà attendere però i dati di fine anno per capire se questa crisi sta cambiando anche i gusti sportivi degli italiani.
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