giovedì 4 dicembre 2014
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​Le riunioni fiume? Praticamente inutili. Le valanghe di e-mail tra colleghi? Solo una perdita di tempo. In ufficio si lavora concretamente solo poche ore al giorno, due in media, il resto della giornata "evapora" letteralmente tra una montagna di posta elettronica da leggere e a cui rispondere e gli incontri con superiori e pari-grado. Momenti di confronto in cui si dovrebbero elaborare strategie per il bene dell'azienda ma che si risolvono il più delle volte in un nulla di fatto. Soprattutto se i partecipanti superano la soglia di sette persone, considerata "strategica". Ad indagare sulle abitudini di lavoro di quelli che una volta venivano chiamati i "colletti bianchi" un'analisi condotta negli Usa che ha comparato le abitudini di decine di aziende americane ed è stata pubblicata sul Wall street Journal nella sua versione europea. I risultati calzano a pennello anche per le imprese di casa nostra. In media un dirigente passa almeno otto ore la settimana in riunioni, altre quattro ad occuparsi della posta elettronica e lavora "realmente" soltanto 11 ore. La soluzione indicata dalla ricerca? Ridurre drasticamente i meeting: farli con un gruppo ristretto di persone (quando si è in più di sette la loro utilità viene definita "dubbia" perché non c'è un reale scambio di opinioni) e soprattutto non farli durare più di un'ora e mezza (tempo stimato di "attenzione", un po' come avviene sui banchi di scuola). Altra raccomandazione avere un'agenda chiara, e anche in questo caso "corta", degli argomenti da trattare. Stessi consigli preziosi vanno applicati anche alle e-mail: mai inviarle a gruppi troppo numerosi, mai omettere l'oggetto della comunicazione. E soprattutto: mai scrivere al vicino di scrivania, meglio parlarsi di persona (o al telefono). Per risparmiare tempo e fatica. Da reinvestire, s'intende, nella attività lavorativa.
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