venerdì 10 maggio 2013
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«Giro Giro tondo… tutti giù per terra». La popolare filastrocca calza a pennello a questo Giro d’Italia. Le cadute si susseguono fin dalla prima tappa ma oggi, sulle viscide strade abruzzesi, sono diventate le assolute protagoniste della corsa. Però, i ciclisti sono come i gatti, cadono e si rialzano subito per saltare in bici come se non fosse successo niente. Non c’è tempo per sentire il dolore o controllare le ferite, il bilancio si fa dopo l’arrivo, in albergo. E gli acciacchi si sentono il giorno dopo.Il percorso della tappa proponeva spettacolo e i corridori hanno offerto un grande show. Il ciak viene dato a poco meno di 20 chilometri dal traguardo dal campione di casa Danilo Di Luca su una delle tante salite, brevi ma dure. Lo scatto dell’abruzzese accende la miccia e fa esplodere il gruppo. I migliori sono lesti a portarsi davanti, tutti tranne Bradley Wiggins che resta inspiegabilmente in coda al gruppo, la posizione peggiore in un finale di gara movimentato.C’è chi vuole vincere la tappa e chi guadagnare terreno sugli avversari diretti nella lotta per la maglia rosa. Gli interessi coincidono nella giostra di scatti e inseguimenti, conditi da una lunga serie di cadute.Cade Nibali quando ha staccato tutti, e cade Wiggins, sempre in discesa, mentre “rema” nelle retrovie. L’italiano si rialza velocemente e riprende a pedalare furiosamente, anche se il tentativo di fuga è ormai fallito. L’inglese riparte lentamente, irrigidito sul suo “trespolo”: ha paura, affronta le curve come un principiante, assiste inebetito ai sorpassi degli altri corridori. Esce dalla “trance” solo quando raggiunge la pianura e i due gregari che lo aspettano. Nessun problema fisico per lui, solo la paura di cadere ancora. Infatti, in breve rientra sul gruppo della maglia rosa, ma il drappello dei migliori è già al traguardo, irraggiungibile. Al termine il Baronetto incassa un ritardo di 1’27” dai rivali, arrivati tutti insieme. Al gruppo dei migliori riesce l’impresa di staccare Wiggins ma non di raggiungere l’australiano Adam Hansen, il superstite di una fuga a sei nata dopo 30 chilometri, che è riuscito a mantenere un minuto di vantaggio e a tagliare il traguardo incredulo. La vittoria di Hansen è una mezza vittoria per l’Italia, visto che l’australiano ha il doppio passaporto ed è orgogliosissimo dei nonni emigrati da Fossano in Piemonte.La tappa di Pescara ha ribaltato la classifica e cambiato la maglia rosa: Paolini l’ha ceduta allo spagnolo Elorriaga Intxausti, Nibali è secondo ad appena 5”. Domani la maglia cambierà ancora padrone: c’è la tanto attesa cronometro da Gabicce Mare a Saltara, il primo vero esame per chi vuole laurearsi all’ateneo rosa di Brescia il 26 maggio.Wiggins deve battere un colpo al proprio orgoglio, gli altri devono limitare i danni, soprattutto adesso che hanno visto che il “re” è vulnerabile, le strade abruzzesi hanno mostrato il suo punto debole.
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