Una tomba egizia di 4mila anni situata nella necropoli di Saqqara, a trenta chilometri a sud del Cairo, è stata scoperta nel corso di una spedizione archeologica congiunta franco-svizzera. Il sepolcro apparteneva a Tetinebfu, medico capo alla corte di Pepi II., il faraone che dal 2278 al 2216 a.C. fu l’ultimo sovrano dell’Antico Regno, epoca di circa 600 anni nota come l’era delle Piramidi. La tomba, anticamente saccheggiata, è priva del corredo e del corpo del defunto, ma a spiccare sono le incisioni e le pitture in ottimo stato di conservazione. Il ritrovamento è stato annunciato dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, che ha definito la sepoltura come màstaba: una struttura rettangolare in mattoni di fango, con tetto piatto e lati spioventi, risalente a un periodo compreso tra il 2284 e il 2184 a.C.
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Dettagli delle decorazioni sulle pareti della camera funeraria - Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano
Le ricerche, guidate da Philippe Collombert, docente di egittologia all’Università di Ginevra, hanno riguardato l’area meridionale di Saqqara, sito in cui sono sepolti gli alti funzionari statali in servizio alla corte dei faraoni. Gli archeologi erano al lavoro nei pressi della piramide di Pepi I, padre di Pepi II. Dopo aver rimosso i detriti presenti in un pozzo, hanno ritrovato un architrave che reca il nome di Tetinebfu e i suoi titoli.
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La camera di sepoltura vista dal pozzo - Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano
Oltre a medico capo, sarebbe stato anche responsabile del sistema sanitario della zona di Saqqara, ricoprendo la carica di capo dentista e occupandosi della cura delle ossa e delle piante medicinali. A questi si aggiunge la figura di sacerdote e mago di Serqet, la divinità egizia della magia e della medicina che si pensava proteggesse e guarisse dai morsi degli animali velenosi.
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L'interno della tomba - Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano
«Nonostante le prove di antichi saccheggi, le pareti della tomba sono rimaste intatte, offrendo un raro scorcio della vita quotidiana e delle pratiche culturali durante l’Antico Regno», ha sottolineato il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano. Le decorazioni murarie comprendono intagli raffiguranti scene funerarie, geroglifici incisi e colorati di un verde brillante e rappresentazioni di oggetti come cesti di pane, frutta, giare di vino, fiori e collane. A questi si aggiungono due false porte, disegnate con colori vivaci, che simboleggiavano l’accesso all’aldilà. Oltre alle pareti, ad attirare l’attenzione degli archeologi è stato il soffitto. Dipinto di rosso, ricorda le pietre in granito di Assuan, utilizzate all’interno della Grande piramide di Giza e in altri monumenti egizi. Nella camera funeraria di Tetinebfu, questo materiale fu riprodotto attraverso motivi decorativi rossi dipinti sull’arenaria.