lunedì 26 giugno 2017
Sono venuti alla luce due ambienti di età imperiale che, a causa di un incendio, contengono ancora ampie e ben conservate parti del solaio ligneo e del mobilio. C'è anche lo scheletro di un cane
Un dettaglio di mosaico scoperto nel cantiere di via Amba Aradam durante i lavori per la Metro C (Ansa / Soprindentenza speciale di Roma)

Un dettaglio di mosaico scoperto nel cantiere di via Amba Aradam durante i lavori per la Metro C (Ansa / Soprindentenza speciale di Roma)

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L'hanno già definita una "piccola Pompei", ma anche se non si tratta di un'intera città né la causa sono ceneri e lapilli, il ritrovamento casuale avvenuto durante gli scavi della Linea C a Roma è certamente eccezionale. Nella zona di largo dell'Amba Aradan sono venuti alla luce due ambienti della media età imperiale che, a causa di un incendio, contengono ancora ampie e ben conservate parti del solaio ligneo e del mobilio. Durante lo scavo è emerso anche lo scheletro di un cane, accucciato davanti a una porta e, verosimilmente, rimasto intrappolato nell'edificio al momento dell'incendio: un indizio, secondo le prime ipotesi elaborate dagli archeologi, di come la costruzione non sia stata volutamente abbattuta, ma sarebbe invece crollata per l'improvviso divampare delle fiamme. Solo successivamente i muri sarebbero stati intenzionalmente regolarizzati e rasati.

Il 23 maggio scorso sono emersi i primi resti del crollo di un solaio di legno carbonizzato riferibile alla prima fase costruttiva. La
situazione è apparsa immediatamente complessa, per la presenza di materiali architettonici eterogenei, stratificati a causa del collasso dell'edificio e delle suppellettili contenute al suo interno. Negli strati più alti sono state rinvenute ampie porzioni di mosaico
pavimentale in bianco e nero del piano superiore dell'edificio e frammenti di intonaco dipinto delle pareti e del soffitto. Sono emerse anche parti riferibili alla struttura lignea portante del solaio, la cosiddetta contignatio descritta da Vitruvio: in particolare, una grossa trave, che conserva sia gli incassi per l'inserzione dei travicelli trasversali sia una grossa chiodatura in ferro.
Al momento, la scoperta del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un unicum per la città di Roma. I materiali rinvenuti mostrano le particolari tecniche di costruzione degli edifici romani e di fabbricazione del mobilio nella media età imperiale. Il materiale organico si conserva infatti solo in eccezionali condizioni ambientali/climatiche, oppure a seguito di eventi speciali, come accaduto ad esempio a Ercolano e a Pompei.


Non è la prima volta che i lavori della Linea C danno vita a importanti scoperte, come ad esempio la caserma portata alla luce a via Ipponio. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla realizzazione del Pozzo Q15 tra via della Ferratella e via dell'Amba Aradam, un'opera per mettere in sicurezza le vicine Mura Aureliane. Le paratie perimetrali in pali di cemento e l'ampiezza del pozzo - 8 metri di diametro e 14 metri in profondità, di cui 10 già scavati - hanno permesso un'indagine a quote altrimenti inaccessibili per un normale scavo archeologico.

L'area dello scavo, ancora in corso, interessa le pendici meridionali del Celio, colle che in età imperiale vede sulla sua sommità lussuose abitazioni aristocratiche e in basso, a sud, una serie di edifici militari, tra cui la caserma. Secondo alcune ipotesi quanto rinvenuto nel Pozzo Q15 potrebbe costituire una porzione degli ambienti di rappresentanza dell'edificio militare, data la presenza di un sistema di riscaldamento (forse termale) e il pregio dei rivestimenti (mosaici pavimentali, affreschi, lastre marmoree su alcune pareti, di cui restano le grappe di sostegno). Un'altra ipotesi allo studio è che gli ambienti scoperti facciano parte di una delle domus aristocratiche del Celio, di cui sono stati rinvenuti resti non lontano, come la domus dei Valerii, che peraltro presenta modalità di crollo simili.


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