venerdì 24 maggio 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Prevenire. Prima di dover tagliare in corso d’opera. La nuova stagione del Teatro alla Scala, quella che si aprirà il 7 dicembre con La traviata diretta da Daniele Gatti a chiusura delle celebrazioni per i 200 anni della nascita di Giuseppe Verdi, offre dieci titoli anziché i consueti tredici. «Abbiamo voluto anticipare i problemi economici dovuti sia alla crisi sia alla caduta costante dei contributi pubblici» spiega subito il sovrintenderete Stéphane Lissner presentando il suo nono cartellone. Meglio tagliare subito, senza dover cancellare titoli a stagione in corso, garantendo la qualità che il mondo si aspetta dalla Scala. La stagione 2013-2014 sulla carta ne offre molta. A partire dal titolo inaugurale (anche quest’anno confermata l’Anteprima per i giovani con meno di 30 anni per il 4 dicembre) che vedrà in regia Dmitri Tcherniakov, Diana Damrau e Piotr Beczala nei panni di Violetta e Alfredo. Ci sono poi Les Troyens di Berlioz (oltre sei ore di musica, infatti il sipario si alza alle 17.30) con Antonio Pappano che per la prima volta sale sul podio scaligero per un’opera e un cast stellare con Anna Caterina Antonacci, Samuel Ramey, Daniela Barcellona, Gregory Kinde, Elena Zilio. E c’è l’Elektra di Strauss affidata alla bacchetta di Esa-Pekka Salonen e alla regia di Patrice Chéreau con le voci di Waltraud Meier, Evelyn Herlitzius, Adrianne Pieczonka, René Pape e Tom Randle. Ma ci sono anche i tagli: Trovatore che doveva essere presentato in un nuovo allestimento firmato da Mario Martone torna nel collaudato spettacolo di Hugo De Ana.«Le risorse proprie della Scala, tra contributi privati, abbonamenti, biglietteria e altri incassi, assommano a circa 73 milioni di euro, che rappresentano quasi il 64%  del bilanci – spiega Lissner –. I contributi pubblici, a fronte di una media europea del 50% coprono il 36,3%  del bilancio». Tema, quello del necessario sostegno dello Stato, che sta a cuore a Daniel Barenboim. Il direttore musicale nella nuova stagione sarà sul podio per La sposa dello zar di Rimskij Korsakov (regia ancora di Tcherniakov), per il Così fan tutte di Mozart con la regia di Claus Guth e il tenore star Rolando Villazon e per il verdiano Simon Boccanegra che vedrà alternarsi nei panni del doge Leo Nucci e Placido Domingo.«Ogni anno la Scala con 280 alzate di sipario conta 400mila spettatori che portano nelle casse della biglietteria 30,2 milioni di euro» spiega Lissner che dal 2015 lascerà Milano per andare a ricoprire il ruolo di sovrintendente dell’Opera di Parigi. Nomi per il suo successore non ce ne sono ancora. «Sto facendo colloqui ed esaminando i curricula arrivati in seguito al bando pubblico come previsto dallo statuto» spiega il sindaco di Milano, nonché presidente della fondazione Scala Giuliano Pisapia assicurando poi che «il nuovo sovrintendente sarà scelto entro luglio, in tempo per lavorare alle future stagioni dal 2016».Intanto, nella prossima, tornano Lucia di Lammermoor di Donizetti e Le Comte Ory di Rossini con Juan Diego Florez e un nuovo allestimento di Laurent Pelly. Sei i programmi di danza tra cui una Serata Ratmansky dedicata al coreografo russo, ma anche Spettro della rosa e La rose malade abbinate alla Cavalleria rusticana di Mascagni con Daniel Harding sul podio. «Davanti a una possibile "empasse" economica, si profilano due eventualità: smantellare il teatro pubblico o resistere, garantendo la qualità» dice Lissner che ha messo in campo un Progetto Pollini con il pianistra tra Beethoven e Pierre Boulez, ma anche un Ciclo Strauss per i 150 anni della nascita del compositore affidato alle bacchette di Salonen, Riccardo Chailly e Philippe Jordan.«Fare teatro pubblico è trasmettere un patrimonio di cultura a un nuovo pubblico, è difendere un’idea di teatro etico, che riflette sulla realtà» dice appassionato Lissner che poi conclude: «Io so fare un solo tipo di teatro, quello pubblico».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: