martedì 30 aprile 2019
Va a “Fin de partie” di Gyorgy Kurtag, andato in scena a Milano lo scorso novembre, l'International opera award per la categoria Miglior prima mondiale
Un momento dell'opera “Fin de partie” di Gyorgy Kurtag in scena in prima assoluta al Teatro alla Scala

Un momento dell'opera “Fin de partie” di Gyorgy Kurtag in scena in prima assoluta al Teatro alla Scala

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Va a “Fin de partie” di György Kurtág l’International opera award per la categoria Miglior prima mondiale. Dunque va all’Italia uno dei più importanti riconoscimenti dell’edizione 2019 degli Oscar della lirica: il primo melodramma scritto dal 93enne compositore ungherese ispirandosi a Samuel Beckett è andato in scena in prima assoluta lo scorso novembre al Teatro alla Scala. C’è anche un po’ di Italia, ma forse meno di quanto si potesse sperare viste le molte nomination per gli artisti di casa nostra. Ieri la notte degli International opera awards a Londra nella cornice del Sadler’s Wells: il Teatro alla Scala vince la statuetta per “Fin de partie” andata in scena a Milano con la bacchetta di Markus Stenz e la regia di Pierre Audi. L’opera, programmata per quattro anni in cartellone, ma rimandata ogni volta perché non ancora completata, è tratta dal dramma di Samuel Beckett ed è il primo melodramma scritto nella sua lunga carriera dal compositore ungherese, classe 1926. In scena Frode Olsen (Hamm), Leigh Melrose (Clov), Hilary Summers e Leonardo Cortellazzi (Nell e Nagg).

Un nuovo riconoscimento per il teatro milanese dopo che nel 2018 era arrivato l’International opera award per la miglior orchestra d’opera, riconoscimento andato quest’anno alla Royal opera house di Londra, guidata dall’italo-britannico Antonio Pappano. Italia anche nella categoria miglior incisione d’opera: premiata la “Semiramide” di Gioachino Rossini pubblicata dall’etichetta OperaRara con Mark Elder alla guida dell’Orchestra of the age of enlightenment e con Daniela Barcellona nel ruolo di Arsace. Ma per il nostro paese non è arrivato nessun altro riconoscimento dall’edizione 2019 degli International opera awards che sono stati istituiti nel 2012 da Harry Hyman, uomo d’affari britannico, impegnato nel sostenere il teatro d’opera e la musica. Funzionano come i più noti Oscar del cinema: dopo una prima fase di raccolta delle nomination si passa alla votazione finale.

Miglior direttore è Marc Albrecht che ha avuto la meglio su colleghi come Myung-Whun Chung, Diego Fasolis, René Jacobs, Michele Mariotti e Mark Wigglesworth. Miglior regista è Katie Mitchell che lo scorso anno ha firmato “Alcina” di Haendel per il Bolshoi, “Jenufa” di Janáček per Amsterdam e “Ariadne auf Naxos” per il festival di Aix en Provence. In nomination c’erano Vasily Barkhatov, Calixto Bieito, Rodula Gaitanou, David Pountney e Krzysztof Warlikowski. La statuetta per la miglior nuova produzione è andato a “Da una casa di morti” di Janáček andato in scena alla Royal opera house Covent Garden di Londra con la regia di Krzysztof Warlikowski. In lizza per il riconoscimento Vanessa di Barber nell’allestimento di Keith Warner per Glyndebourne, “Gloriana” di Britten realizzata da David McVicar per il Teatro Real di Madrid, “Jenůfa” di Janáček pensata da Katie Mitchell per la Dutch national opera di Amsterdam, “La traviata” di Verdi andata in scena con la regia di Deborah Warner al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi e il “Tristan und Isolde” di Wagner allestito da Dmitri Tcherniakov per la Staatsoper unter den Linden di Berlino. Tra le riscoperte premiato “Artaserse” di Hasse presentato dalla Pinchgut opera: in nomination, tra gli altri titoli, “L’Ange de Nisida” di Opera Rara (a novembre e “Isabeau” di Mascagni diretta a Londra all’Opera Holland park da Francesco Cilluffo. Rebecca Ringst è stata scelta come miglior scenografa da una rosa di nomi dove c’era anche il nostro Paolo Fantin.

Tre italiane in nomination per la statuetta per la miglior cantante, Anna Caterina Antonacci, Daniela Barcellona e Rosa Feola: il riconoscimento è però andato al soprano lituano Asmik Grigorian, protagonista di “Salome” di Strauss a Salisburgo e in questi giorni in prova a Milano al Teatro alla Scala dove il 28 debutterà come Marietta in “Die tote stadt” di Korngold. Niente da fare nemmeno per Alex Esposito in nomination per il premio al miglior cantante: la statuetta è andata al tenore americano Charles Castronovo. Il riconoscimento per il miglior giovane cantante è andato a Marina Viotti, mezzosoprano, nata in svizzera, figlia di Marcello, compianto direttore d’orchestra, e sorella di Lorenzo, bacchetta in rapidissima ascesa sulle orme del padre. I lettori della rivista Opera magazine, media partner del premio, assegnano un riconoscimento andato quest’anno al soprano bulgaro Sonya Yoncheva.Miglior coro, categoria per la quale era in lizza anche quello del Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni, è risultato quello del Teatro Bolshoi di Mosca. Miglior compagnia d’opera è l’Opera Vlaanderen, compagnia belga diretta da Aviel Cahn che opera in due diversi teatri d'opera in due città fiamminghe, la Vlaamse Opera Antwerpen e la Vlaamse Opera Ghent. Come miglior festival (tra le nomination anche quello della Valle d’Itria) è stato premiato lo Janáček Brno festival.

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