Le galline non razzolano più come una volta sulla torre campanaria, ma ciuffetti d’erba spuntano ancora tenaci da ogni pietra della Cattedrale. Santiago de Compostela ci convive da sempre, con il muschio, i licheni e gli altri inconvenienti di un clima freddo e piovoso. Ripulire a fondo le migliaia di metri quadrati di granito che fanno parte del complesso della Cattedrale è un’opera titanica, ma i galiziani si sono messi all’opera: entro il prossimo Anno santo 2021, la chiesa di san Giacomo dovrà essere ripulita e vestita a nuovo per offrirsi allo sguardo dei milioni di fedeli che arriveranno alla fine del loro
camino. Per il momento, con il naso all’insù, a sentire tutto il giorno lo scalpellio degli operai specializzati sulla pietra scura, ci sono gli abitanti del posto. Gli anziani fanno spallucce: se la ricordano sempre così, la chiesa dell’
apostol. Si ricordano, anche, il chiocciare delle galline sulla piazza dell’Obradoiro, verso gli anni ’60. Per un po’, rimase un fenomeno misterioso. Poi la gente capì. L’ultimo campanaro della cattedrale aveva studiato un utilizzo remunerativo per la soffice erbetta fiorente sui campanili. Un pellegrino, dopo tanta fatica e le scarpe rotte, poteva portare a casa, dopo il rituale «abbraccio del santo» compiuto sull’altare, le speciali uova di san Giacomo... Erano altri tempi. Oggi il crocchiare che si ascolta è solo quello tradizionale delle “troccole”, le raganelle di carnevale, non a caso rappresentate anche sulla torre Nord della Cattedrale, coperta dallo scorso ottobre dai ponteggi del restauro. Una prima mano di lifting dovrebbe vedersi già nella prossima primavera, quando riprenderà il flusso massiccio di visitatori. L’impalcatura, fra due anni, passerà sulla torre Sud. Ma si cercano ancora i finanziamenti per il Portico della Gloria, minacciato dalle infiltrazioni di acqua. Sul lato opposto della Cattedrale, in piazza della Quintana, particolare attenzione richiederà il restauro della Porta santa, o porta del Perdono, che viene aperta solo nelle occasioni giubilari (quando la festa del santo, il 25 luglio, cade di domenica. L’ultima volta è stato nel 2010, la prossima sarà appunto nel 2021). Costruita nel 1611, aperta per la prima volta nel 1666, è anch’essa “decorata” da un merletto di licheni e di ciuffi verdi che spuntano ai piedi dell’Apostolo e dei suoi seguaci, Teodoro e Attanasio. Nell’Anno santo una lunga fila di pellegrini attenderà paziente di varcare la Porta, uscire dal Portico della Gloria e ottenere l’indulgenza. Intanto i galiziani sono indulgenti con il maltempo, che flagella ininterrottamente la costa atlantica da tre mesi. Fieri della loro terra, puntano sull’attrattività di Santiago, capoluogo della Comunità autonoma, e oggi come nei secoli passati città ricca in una regione povera. Se vento e pioggia scoraggiano in questa stagione i pellegrini, la città si prepara operosa all’ondata di arrivi. Non ci sono solo i lavori sulla facciata: alcune strade vengono risistemate, le botteghe d’
artesanìa forgiano i gioielli di
azabache, le pasticcerie confezionano con le mandorle le “pietre” di San Giacomo, gli alberghi si rinnovano, e non la danno vinta all’umidità. Appuntamento con i pellegrini estate 2014. L’anno scorso l’incidente ferroviario avvenuto a quattro chilometri da Santiago alla vigilia del 25 luglio aveva fatto saltare i festeggiamenti compostellani, e quest’anno il desiderio di riviverli è forte tra la gente del posto e la meta del
camino è già nel cuore dei pellegrini.