giovedì 9 gennaio 2014
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Ahi ahi ahi... Che Emilio Salgari abbia millantato un diploma da «capitano di gran cabotaggio» avendo frequentato praticamente soltanto un paio d’anni della relativa scuola nautica senza superarne gli esami (e avendo navigato una sola volta, come mozzo, lungo l’Adriatico), si sapeva da lunga pezza. Ma era ancora poco noto che nelle classi scolastiche precedenti avesse meritato anche qualche poco lusinghiero voto in italiano (persino un 4 e un 3) e addirittura un sonoro due in geografia e storia, proprio lui, il cantore delle remote Bermude dei corsari e delle intricate Sunderbunds alle foci del Gange...Lo annunciano ora, ripescando i resoconti bimestrali dai polverosi registri scolastici d’epoca e ripubblicandoli nella loro interezza (alcune pagelle erano già apparse in facsimile in un’edizione salgariana degli anni Novanta), due specialisti veronesi, Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, in un articolo dedicato all’«alunno Salgari», che esce sul nuovo numero del semestrale salgariano Il corsaro nero. Il padre di Sandokan era dunque un somaro sui banchi? Andiamoci piano. In effetti, l’analisi delle pagelle mostra alcune deficienze croniche in francese e matematica, mentre per le altre materie l’andamento appare altalenante, anche di bimestre in bimestre; e tuttavia non mancano alcuni votacci piuttosto inattesi in chi sarebbe poi diventato scrittore di professione.Anzitutto spicca il fatto che il futuro romanziere frequentò per ben tre volte la medesima prima classe della scuola che oggi chiameremmo media, nel 1874-75 presso il Regio Istituto Tecnico di Verona e nei due anni successivi all’Istituto Tecnico Comunale. Dunque solamente a 15 anni Salgari, che era nato nell’agosto 1862, riuscì a superare gli esami estivi con cui veniva ammesso alla classe superiore. Al primo tentativo era stato infatti bocciato, avendo in pagella un 5 in italiano scritto (controbilanciato da un bel 9 in orale) e altre insufficienze in francese, matematica, disegno e persino calligrafia (a onore del vero quasi metà dei 100 iscritti avevano subìto la sua medesima sorte, oppure si erano ritirati). L’anno dopo, passato alle scuole comunali, si distingueva con notazioni più lusinghiere in storia e geografia – suo professore era il marchese mazziniano Giuseppe Arturo Belcredi –, migliorava in disegno e calligrafia, attestandosi in italiano tra il 6 «a voce» e il 7 in scritto, ma non riusciva ugualmente a superare gli scogli del francese (voti tra il 4 e il 5) e della matematica soprattutto orale (voti: 3 e anche 2).Finalmente promosso al terzo tentativo, nell’anno scolastico 1877-78 il giovane Emilio veleggia in seconda classe intorno alla sufficienza risicata, a parte qualche 7 e 8 in italiano, storia e geografia; allo scrutinio estivo conferma i suoi debiti solo in francese (e pensare che poi da quella lingua avrebbe persino tradotto alcuni libri...) e matematica, tuttavia non si presenta agli esami di settembre, probabilmente perché in quell’autunno si iscrive invece all’Istituto Nautico «Sarpi» di Venezia. Anche lì senza grande esito, come già si è detto: promosso alla seconda classe, nel 1880 rimedia una bocciatura in astronomia e trigonometria e torna a Verona, dove comincia la sua attività di cronista e critico teatrale. Tanto che nel 1883, a soli 21 anni cioè, aveva già scritto La Tigre della Malesia ...Ma scorrendo le pagelle giovanili tornerà curioso, a chi conosca la turbolenta gioventù di Salgari, tra sfide a duello e tornei di boxe, che i suoi voti di «comportamento» raggiungessero spesso il 10. E che il ragazzo fosse comunque ben considerato dai suoi insegnanti risulta dal fatto che il docente di Lettere, l’abate poeta Pietro Caliari, lo consultò prima di pubblicare nel 1884 il suo romanzo storico Angiolina, polpettone di stampo manzoniano; anzi, una nota introduttiva alla prima edizione del volume dichiara che fu proprio l’ex alunno «signor Salgari Emilio» a correggerlo e arricchirlo di particolari coloriti.
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