mercoledì 18 maggio 2016
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La bellezza del mare e la bruttezza della mafia, che comunque in tv tira sempre (almeno nella maggior parte dei casi). Le inquadrature a raso sull’acqua cristallina di Siracusa alternate da subito a sparatorie e alla preparazione di un attentato: un’autobomba che esplode davanti a un liceo provocando la morte di quattro ragazzi e il ferimento di molti altri tra cui Nora (Astrid Casali), la figlia del Tenente Colonnello Sergio Spada (Fabrizio Bentivoglio), comandante dei Carabinieri della città siciliana, vedovo a causa del sabotaggio ai freni dell’auto della moglie. Spada, poco prima, ha deposto al processo contro un politico incriminato e colluso col boss mafioso Salvo Buscemi (Ninni Bruschetta), imprendibile da oltre vent’anni. Dietro la macchina da presa Lucio Pellegrini che, nella splendida cornice siracusana, ha scelto di girare una storia di mafia e criminalità con storie parallele di vita personale (per altro molto simili ad altre precedenti). Si tratta di Romanzo siciliano, la nuova fiction in otto puntate targata Taodue in onda da lunedì scorso in prima serata su Canale 5 orfano dell’Isola dei famosi. Bentivoglio e Claudia Pandolfi (nel ruolo della pm Emma La Torre), per la prima volta insieme sul piccolo schermo, indagano sulle stragi compiute da Buscemi. La caccia al superlatitante porterà a scoprire i nuovi metodi criminali di Cosa nostra e gli intrecci con il potere politico ed economico siciliano. Interessanti i modi di dire dei boss mafiosi: della serie «il vento in chiesa ci vuole, ma non deve spegnere le candele». Per il resto, siamo nei canoni del già ampiamente visto e rivisto con l’unica parziale eccezione di un Bentivoglio che cerca di personalizzare l’ennesimo carabiniere televisivo. Almeno prova a uscire dai cliché di personaggi analoghi e anche dai propri recitati di recente (con successo) al cinema. Ma è presto per un giudizio definitivo. Su altri fronti ben poco da segnalare, a parte gli ascolti con la Guardia di finanza che batte i Carabinieri, nonostante siano entrambi alle prese con la criminalità mafiosa. Il sistema, alla penultima puntata, si aggiudica la serata di lunedì con oltre quattro milioni e quattrocentomila telespettatori. Romanzo siciliano si ferma poco sopra i due milioni e ottocentomila a conferma che le fiction funzionano su Rai 1, ma non su Canale 5. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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