venerdì 29 aprile 2016
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Una mostra che lega il museo allo spazio urbano, il fiume alla storia politica, culturale e artistica, una grande processione che celebra vittorie e disfatte con il linguaggio visivo delle sfilate trionfali degli antichi monumenti: Triumphs and Laments: a project for Romedi William Kentridge, porta a compimento una lunga e complessa riflessione dell’artista di origine sudafricana su Roma. L’evento è infatti diviso tra una grande mostra al Macro e il monumentale intervento sulla storia della città promosso da Roma Capitale e dall’Associazione Tevereterno, realizzato sui muraglioni fluviali del Lungotevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini e inaugurato in questi giorni in occasione del Natale di Roma. La grande opera è stata realizzata «in negativo» sui modelli dell’artista ripulendo i muraglioni dalla patina di smog e creando un lavoro volutamente effimero che solo per alcuni anni ricorderà trionfi e disfatte della città eterna, dai suoi miti fondativi a oggi. La mostra al Macro, curata da Federica Pirani e Claudio Crescentini, presenta invece più di ottanta opere, tra cui i bozzetti a carboncino delle scene sui muraglioni del Tevere, modelli dove l’uso del nero di Kentridge si esalta in una sintetica tensione drammatica e in un’icastica energia espressiva e dove il dialogo con la grande storia dell’arte a Roma si declina attraverso memorie e citazioni che legano l’arte classica alle iconografie sacre. Incontriamo così immagini e storie dedotte dalla storia della Chiesa, del potere e dei mass media, in un percorso che va dall’Arco di Tito alla Colonna Traiana, da Tiziano a Fellini, da Santa Teresa d’Avila di Bernini all’Arcangelo di Castel Sant’Angelo, da Mussolini alla Dolce Vita, fino alla grande installazione dedicata all’assassinio di Pier Paolo Pasolini. Il nero dei disegni esposti nel museo si riflette così nel bianco che incide lo strato di smog sul grande muraglione, in un dialogo tra spazio interno ed esterno, tra il momento riflessivo del disegno e la sua amplificazione monumentale, in un progetto costruito non a caso da un artista che ha una lunghissima esperienza di autore teatrale capace di giocare con la dimensione scenica che da secoli contraddistingue la visione di Roma, passando dall’arte imperiale fino al barocco per arrivare ai film di Cinecittà. A queste opere, già parzialmente esposte alla Biennale di Venezia del 2015, si uniscono poi una serie di disegni realizzati appositamente per questa mostra e un grande fregio su carta che riproduce tutte le figure della grande opera per il Lungotevere. Ed è proprio la dimensione multimediale, multidisciplinare e spettacolare a essere amplificata da Kentridge nel suo progetto romano attraverso due video che ripercorrono l’intera storia di questo lavoro e attraverso ritagli di figure e oggetti, sempre inediti, trasformati in stendardi dai performer attivi nell’evento musicale e teatrale, realizzato da Kentridge con Philip Miller, per l’inaugurazione del grande lavoro sul Tevere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma, Macro WILLIAM KENTRIDGE Fino al 2 ottobre
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