giovedì 28 aprile 2016
Da Salerno allo spazio: così la Nasa cerca nuovi pianeti nella nostra galassia
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La Nasa riprogramma un suo satellite con lo scopo di trovare all'interno della nostra galassia nuovi pianeti in grado di ospitare la vita. Ma la missione K2-C9 - così si chiama il progetto - parlerà anche italiano. Infatti, all'Università di Salerno è stato affidato il compito di analizzare e interpretare una parte dei risultati della campagna scientifica. «La missione terminerà il prossimo primo luglio - spiegano gli scienziati italiani - con la speranza che possa gettare nuova luce su questi mondi lontani e perduti». In pratica, il satellite Kepler dell'Agenzia spaziale americana, impiegato per anni nella ricerca di pianeti con il metodo dei transiti, è stato riprogrammato per svolgere nuove campagne su diversi "campi stellari". La nuova fase della missione è stata battezzata K2 e la campagna 9 (K2-C9) mira a cercare eventi di microlensing osservando il centro della galassia, sfruttando così da un punto di vista teorico e pratico la teoria della Relatività di Einstein. «La tecnica del microlicensing, basata sull'effetto lente gravitazionale predetto da Einstein con la teoria della Relatività, promette di trovare questi pianeti grazie alla loro gravità», dicono ancora dall'Università di Salerno. Si tratta, aggiungono, «di vedere l'effetto di amplificazione che questi sistemi planetari esercitano sulle stelle di fondo che si trovano al di là di essi. Per poter vedere l'effetto di microlensing, però, è necessario un allineamento quasi perfetto tra il sistema planetario e una di queste stelle di fondo». Pur essendo rari gli eventi di microlensing, le campagne osservative effettuate da diversi telescopi dislocati in tutto il globo ne trovano ogni anno alcune migliaia, «ma solo in pochissimi di essi si riesce a rivelare l'esistenza di pianeti intorno alle stelle-lenti», avvertono gli scienziati. Il gruppo di Salerno è responsabile dell'interpretazione in tempo reale dei dati provenienti dagli osservatori terrestri, che supporteranno la campagna di Kepler, grazie al software sviluppato in questi anni. Inoltre, la rete di osservatori terrestri, di cui fanno parte più di 20 telescopi in tutto il mondo, comprende anche l'Osservatorio astronomico dell'Università di Salerno situato all'interno del campus.
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