mercoledì 9 aprile 2014
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Il tema della "concordia", con le sue ragioni di fratellanza proposte ieri su queste pagine da Franco Cardini, interessa i sindaci delle grandi città. Almeno quelli che hanno risposto alle nostre sollecitazioni: poiché almeno altrettanti primi cittadini di città che hanno una piazza intitolata alla Vittoria, hanno preferito evitare di affrontare la questione. E che il ragionamento di Cardini, là dove contrappone la "Concordia" alla "Vittoria", susciti qualche difficoltà dal punto di vista storico e della memoria di ancora radicate glorie patriottiche lo conferma anche Piero Fassino, che oltre a essere sindaco di Torino (prima capitale d’Italia) è dal luglio scorso presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni del Belpaese.«Cambiare la toponomastica – dice l’ex segretario dei Ds – è un errore, perché piega la storia alle contingenze del momento. Se si vuole fare un atto che invoca la concordia non lo farei partire da un gesto che può provocare discordia scontrandosi con sensibilità legittime». Insomma, per il presidente dei sindaci italiani, le piazze, i ponti, gli archi intitolati alla Vittoria è bene che conservino il loro nome in quanto simboli di un momento storico significativo per il Paese, al di là delle tragedie della guerra. «Allo stesso tempo – aggiunge – penso che intitolare alla Concordia una nuova piazza, una nuova strada o un parco, nello spirito della proposta di Avvenire, sia un’idea molto buona».In un’Europa che appare sempre più distante dai problemi della gente, questo potrebbe essere un gesto di sensibilità concreta in favore dello spirito europeista originario. Ne è convinto Leoluca Orlando, più volte sindaco di Palermo (è al quarto mandato in trent’anni), ex deputato della Repubblica ed ex parlamentare europeo, che sposa l’idea di Cardini: «Condivido la proposta e invio nota all’assessore alla Cultura, Francesco Giambrone, che presiede la Commissione Toponomastica, perché possa esaminarla e si pronunci in senso favorevole. Palermo – prosegue il primo cittadino – è mosaico di tessere, di colori e di forme diverse che ha e sempre più deve avere armonia, in una cornice di rispetto dei diritti umani, di tutti e di ciascuno. L’Unione Europea nasce per affermare pace e diritto alla vita, ha e deve essere una visione, non può e non deve essere un insieme di Stati ed egoismi tenuti insieme da logiche finanziarie».Critiche all’Europa che sono un segno distintivo del sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, di trent’anni più giovane di Fassino e Orlando. «Quello della concordia – afferma – è uno degli obiettivi della buona politica. Naturalmente io piazza della Vittoria me la tengo. Si può invece pensare di dedicare alla Concordia un altro spazio, come la sala del consiglio comunale, con l’idea (nella quale mi ritrovo molto) di sottolineare la necessità di discutere un modo nuovo e positivo di stare in Europa. In questi ultimi anni siamo passati da un’opinione pubblica europeista a una euroscettica ed è nostro dovere capire, credo, dove è stato l’errore per correggerlo».Da tre città con piazze intitolate alla Vittoria è forse necessario fare un salto in una delle poche che ne ha una dedicata alla Concordia. Si tratta di Salerno che, come ricorda il sindaco Vincenzo De Luca, «nel 1944 è stata capitale d’Italia in mesi in cui le forze politiche italiane maturarono quella che viene definita la "svolta di Salerno": misero da parte conflitti e discordie non solo in funzione della Patria da liberare, ma gettando le basi per la nuova Costituzione. Una lezione preziosa che le istituzioni e i cittadini di Salerno hanno voluto ricordare dedicando alla Concordia una delle piazze più belle».

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