giovedì 20 novembre 2014
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Macchinine telecomandate, fattorie parlanti o videogame: se in casa c'è un bambino sono tanti i giochi tecnologici che si accumulano nelle ceste delle camerette. Finendo spesso per essere buttati via quando i figli crescono e non ci giocano più. Pochi sanno che i giocattoli elettrici ed elettronici a fine vita sono considerati "RAEE" (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e devono essere smaltiti correttamente. Perché? Per preservare l’ambiente e non sprecare risorse importanti, come sostiene il consorzio ReMedia, tra i principali sistemi collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti elettronici. Che in un video spiega come ogni giocattolo elettronico possa avere una seconda vita.  

Ad esempio, da una console del peso 2 kg è possibile ricavare ferro (45,50%), plastica (19%), alluminio (4%), rame (1,5%) e altri materiali, tra cui una piccola percentuale di metalli preziosi e terre rare, che possono essere reintrodotte nel ciclo produttivo. «Si stima che solo il 2% delle 12 mila tonnellate di giocattoli elettronici immesse sul mercato in Italia venga riciclato. Ed è fondamentale coinvolgere le famiglie e i più piccoli in attività di educazione e sensibilizzazione» per Danilo Bonato, direttore di ReMedia. ReMedia sarà presente alla fiera G! Come giocare (21-23 novembre a Milano) con uno spettacolo interattivo, dedicato ai più piccoli, sul corretto riciclo dei rifiuti tecnologici.
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