mercoledì 5 ottobre 2022
Al Prix Italia di Bari uno studio Rai mostra come si sta evolvendo l'ascolto, tra mezzi tradizionali e web. Siddi annuncia:«Confindustria Radio e Tv vara una piattaforma di monitoraggio»
Un momento del convegno sulla radio al Prix Italia 2022 organizzato dalla Rai a Bari

Un momento del convegno sulla radio al Prix Italia 2022 organizzato dalla Rai a Bari

COMMENTA E CONDIVIDI

Nella sfida in corso per intercettare e trattenere l’attenzione del cittadino la Radiofonia, se vuole resistere ancora a lungo, deve necessariamente abbracciare con decisione il mondo digitale con le sue logiche, i suoi linguaggi, le sue possibilità su cui l’intero sistema sta investendo, DAB+, streaming, podcast. È questa l’indicazione che merge da uno studio estremamente accurato sulla radio contenuto nel volume "Ecosistema Audio-Suono", coordinato dall’Ufficio Studi Rai, a Bari nell’ambito del Prix Italia.

La Radio, sia in Europa che in America del Nord, rimane la fonte sonora più ascoltata quotidianamente con oltre il 50% del tempo di ascolto quotidiano, anche se i nuovi formati hanno influenzato il dispositivo usato per ascoltarli: lo smartphone si posiziona come lo strumento più usato in Italia per ascoltare i podcast (79%), seguito dal computer (43%) e dai tablet (26%). In termini di consumo, anche per gli audiolibri lo smartphone si conferma il preferito per l’ascolto (81%) seguito da tablet e pc (53%). In Italia, inoltre, i dati distribuiti dall’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Polimi parlano di una distribuzione pari a 16,7 milioni di automobili connesse, corrispondenti al 40% dell’intero parco auto circolante.
«L’obiettivo è riuscire ad offrire, ad ogni ascoltatore, prodotti appetibili, distintivi, di qualità. La Rai deve far emergere, nell’universo della comunicazione digitale, una sfera digitale pubblica, al servizio della collettività» afferma la Presidente Rai Marinella Soldi.
Il mercato dell’Audio-Suono è un grande contenitore che comprende il parlato, la musica, i podcast, i comandi vocali e la stessa Radio, un’offerta ormai diffusamente multicanale e multipiattaforma. In tutti i contesti, i pubblici conoscono e usano quotidianamente le diverse piattaforme dove l’audio è presente, e adattano l’ascolto lineare oppure on-demand ai vari momenti della giornata e ai luoghi nei quali si trovano.

Dallo studio emerge che in Italia si prefigura già un mercato Audio-Sonoro nazionale che nel 2025 dovrebbe superare la soglia del miliardo di euro con un incremento medio annuo del 12%. Il mercato digitale dell’Audio-Suono è sempre più dominato da grandi player dotati di enormi risorse tecnologiche, economiche, editoriali (diritti) e di promozione. Questi grandi player (produttori e/o distributori) sono perlopiù extra-radiofonici e attraggono vaste schiere di (nuovi e vecchi) talenti e autori che a loro volta richiamano consumatori e investitori in una spirale di crescita a tratti sbalorditiva.

Lo studio rileva che la Radio lineare tradizionale in FM rappresenta oggi una parte importante di questo mondo, ma senza averne più il dominio assoluto. Costituisce piuttosto un tassello di un più vasto e articolato ecosistema industriale, dinamico e molto competitivo all’interno del quale la Radiofonia tradizionale indubbiamente "tiene" ma in un perimetro che va restringendosi a vantaggio dell’Audio-non Radio, che privilegia come strumenti di ascolto smartphone, pc, tablet, smart TV e, in via crescente, smart speaker.

Per quello che riguarda la Rai Elena Capparelli, direttore Raiplay e digital, sottolinea come i dati di luglio della digital audience mostrino 43 milioni gli utenti, con tutti i device. Nel 2022 cresce in Italia il consumo di podcast del 7% a 15,4 milioni, con un ascolto medio di 23 minuti. «Da dicembre abbiamo lavorato tutti insieme cercando anche di trovare nuovi linguaggi, nuovi formati, nuove storie. In questi mesi vediamo una crescita costante dell’utilizzo di RaiPlay Sound, con un milione di app scaricate».
L’obiettivo è riuscire ad offrire prodotti appetibili, distintivi, di qualità, e come tali percepiti da chi li ascolta. Secondo lo Studio nei prossimi dieci anni ci sarà proficua coesistenza e creativa ibridazione tra l’energia della Radio tradizionale (lineare, in diretta, con i conduttori dal vivo, facente perno sul dialogo con gli ascoltatori) e le opportunità in espansione dell’audio digitale (on demand, online).
La rivoluzione del mondo dell’Audio pone la sfida specie ai media del Servizio pubblico, di non lasciare indietro i pubblici tradizionali (soprattutto anziani) pur guadagnandone di nuovi (ovvero i giovani). Come la ricerca Rai compiutamente indica, il fulcro di ogni innovazione rimane la qualità dei prodotti e dei messaggi trasmessi, che si tratti di contenuti lineari, di podcast/audiolibri, di offerte musicali, di nuovi format.

«Nel prossimo futuro le emittenti radiofoniche dovranno affrontare sfide sia tecnologiche che editoriali. In questa prospettiva il fattore umano e il patrimonio culturale (nazionale e locale) dovranno confrontarsi con l’evoluzione tecnologica effettuando importanti ragionamenti» ha detto il presidente di Confindustria Radio e Tv, Franco Siddi, al Prix Italia. E ha annunciato che Confindustria Radio e Tv «vara una piattaforma di monitoraggio del sistema audio allargato, inclusi i servizi di streaming e i contenuti on-demand come i podcast e audiolibri». Un database che permetterà di «elaborare dati e analisi a uso interno per gli associati Crtv e, periodicamente, dati pubblici sull’evoluzione del mercato», ha concluso il presidente di Crtv.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: