giovedì 19 maggio 2016
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Permettetemi di usare nomi di fantasia per parlare di realtà, anzi di lealtà. A Topolinia si svolgono le finali del torneo under 12. Terminate le partite si deve attendere una buona mezz’ora per l’aggiunta dei punti del penthatlon, previsti dal regolamento della manifestazione. La classifica viene inspiegabilmente stravolta a favore di Pippo che non avrebbe mai potuto raggiungere quel punteggio in classifica. Giudici accondiscendenti sembrano tener testa all’inevitabile reclamo di Pluto e Paperino. Ma come è possibile che un risultato meritato sul campo da ragazzini entusiasti possa essere “taroccato” da adulti senza scrupoli? Ricorsi, documentazione, lamentele... sotto gli occhi attoniti di ragazzi che non sanno cosa pensare se non aggrapandosi all’unica certezza dello sport: la lealtà. Essere convinto che gli adulti, almeno sul campo di gara dei loro ragazzi, lascino perdere i loro intrighi, le loro gratificazioni, la voglia di emergere a tutti i costi e lascino giocare, ad armi pari, nel rispetto delle regole e poi... che vinca il migliore. Sconsolati per un mondo che sembra essere sempre più nelle mani dei furbi rischiamo, noi amanti dello sport pulito, di diventare abili maestri di furbizia per i nostri ragazzi. Salvo poi tuonare, in maniera ipocrita, contro chi, almeno per quella volta, è stato più furbo di noi. Fare della “furbizia”, con tutti i suoi sotterfugi, la regola per raggiungere la propria vittoria, è già stato ampiamente dimostrato dalla storia dello sport non porta lontano. E questo per alcuni buoni motivi. Anzitutto perché rende i ragazzi insicuri, alla ricerca di scorciatoie perché troppo deboli e vulnerabili per misurarsi alla pari con gli avversari. Inoltre insegnare ad aggirare gli ostacoli non li abitua ad affrontarli e a dare il meglio di sé, unica vera risorsa per competere. La vera vittoria, nello sport e nella vita, non è il manifestare la propria superiorità distruggendo la superiorità dell’altro. Non da ultimo: che cosa diremo loro quando nei nostri confronti, per evitare un richiamo, per allontanarsi dalla fatica, per sostenere un alibi useranno la stessa tattica della furbizia e ci accorgeremo di essere stati aggirati? Non rassegniamoci. Il mondo e lo sport possono cambiare se c’è qualcuno che non resta indifferente alla furbizia assumendosi la responsabilità di offrire l’aria pulita dell’onestà al respiro delle giovani generazioni. Come il Mister delle giovanili del Real Madrid: «Non è colpa di nessuno, ma noi siamo il Real Madrid e non possiamo fare così». I suoi ragazzi avevano appena realizzato un gol al posto di restituire il pallone al Malaga. L’allenatore ha ordinato ai suoi di far segnare gli avversari. Questione di stile ma noi vogliamo essere il Centro Sportivo Italiano. * consulente ecclesiastico nazionale Csi di Alessio Albertini *
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