lunedì 24 febbraio 2014
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Di cosa ha bisogno Sanremo per salvarsi? Sappiamo bene che non ne potete più di sentire parlare del Festival, ma sono queste le ore in cui in Rai si mettono le basi per il futuro. I nomi di chi presenterà l’edizione 2015 – Fabio Fazio? Carlo Conti?– al momento li lasciamo da parte. Così come lasciamo da parte l'ccusa alla vincitrice Arisa di avere plagiato con Controvento la canzone Entra nel cuore di Micol Barsanti. Quello che ci interessa è provare a ragionare sui meccanismi del Festival, senza l’emotività che – settimana scorsa – ha pervaso soprattutto il web. Che la rassegna sia in crisi, se ne sono accorti anche i bambini. Ma il calo degli ascolti non è imputabile solo alla coppia Fazio-Littizzetto. Certo, come hanno ammesso ieri, è stato un errore «rifare la formula dell’anno prima». Eppurel’errore più grande è stato un altro: pensare che il Festival della canzone italiana da solo sia ancora capace di coinvolgere davvero il Paese. E pensare che la Rai un’intuizione l’aveva avuta: Sanremo è social, ripetevano tutti. Ma nei fatti si è limitata a qualche giochino in rete, delle dirette streaming, qualche foto dietro le quinte e i video online con gli spezzoni delle serate. Più qualche tweet di Fazio e qualche altro del direttore di Rai1 Leone.Alla strategia di questo Festival, mancava molto. Ma soprattutto mancava una «e»: da Sanremo «è social» a Sanremo «è sociale». Cioè, capace di coinvolgere tutti. Come ci si riesce in un’Italia in piena crisi e dove anche le «casalinghe di Voghera» ormai frequentano il web? Creando un enorme gioco attorno al Festival, al quale non partecipano solo cantanti e ospiti sul palco ma tutta l’Italia. Proviamo a immaginarlo insieme.Ecco come dovrebbero essere le selezioni per Sanremo 2015I cantanti Big che andranno in gara vengono selezionati dalla gente, da tutta la gente, attraverso il web e il televoto. Sono gli italiani, insomma, a decidere il cast, sulla base delle candidature che chiunque nel mondo della musica può proporre. Se questo significherà avere in gara Al Bano e I tre allegri ragazzi morti, ancora meglio. Più differenze di genere e anagrafiche ci sono e più siamo tutti coinvolti.Una volta selezionati i Big si fa la stessa cosa sui giovani. Con una differenza. Possono sceglierli, sempre in base alle candidature, sono gli studenti delle scuole medie, delle superiori e delle università e un deejay per ogni radio.Ecco come dovrebbe essere la gara di Sanremo 2015Al sistema di televoto e al voto della sala stampa (i giornali bisogna farli contenti, altrimenti non vanno più a Sanremo ma seguono il Festival da casa) si aggiungono i voti delle radio e tv accreditate. Più – ecco la novità – i voti degli italiani, che sono espressi sia col televoto (che fa guadagnare un sacco di soldi alla Rai) sia con un sistema di bonus. Ci spieghiamo: ogni abbonato Rai in regola col canone avrà a disposizione un numero X di voti, che può spalmare sui cantanti in gara a suo piacimento. Alla fine di ogni serata viene resa pubblica la classifica. Che poi viene azzerata. Così, nella serata successiva, potrà radicalmente cambiare. Non solo. Grazie agli accordi con gli sponsor, chi avrà fatto la spesa in una certa catena di supermercati avrà a disposizione un certo numero di voti in più da usare. Gli artisti e le canzoni più commentate sul sito di Sanremo social avranno invece un bonus che contribuirà alla classifica finale.Gli ospiti saranno social e beneficiLa scelta degli ospiti avviene sia attraverso il web sia sentendo le case discografiche. Con una novità: metà del cachet di ogni ospite importante andrà devoluto ad una realtà sociale, che sarà dichiarata dal big sul palco, con l'accompagnamento di un filmato di un minuto che illustrerà l'associazione beneficata.La serata finale premierà le azioni beneficheAlla serata finale gli artisti arriveranno di nuovo tutti a parimerito. Le votazioni avverranno come i giorni precedenti. Con una differenza importante: i telespettatori e i cittadini che avranno fatto in un certo periodo una donazione sociale (al Banco alimentare, alla Caritas e ad altre importanti realtà sociali) avranno a disposizione voti doppi. Le società che avranno invece fatto donazioni importanti, potranno regalare pacchi di voti ai propri iscritti, ai simpatizzanti o a realtà meno fortunate come associazioni che seguono i disabili o simili.Questo, secondo la nostra modesta proposta, è un vero Sanremo «sociale». Capace di coinvolgere una bella fetta del Paese. Metterlo in piedi sarà un lavoro faticoso, ma non si coinvolge una Nazione lavorando solo tre mesi e replicando formule già edite. Il resto sono strategie tattiche dei signori della tv, i quali vivono sempre più scollegati dal resto d’Italia.
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