mercoledì 1 marzo 2017
Rafael Aranda, Ramón Vilalta e Carme Pigem premiati con il "Nobel dell'architettura" per la loro capacità di mettere poeticamente in dialogo un disegno internazionale e le tradizioni locali
RCR arquitectes, La Lira Theater Public Open Space, 2011. Ripoll (Girona), Spagna (Hisao Suzuki/Pritzker Prize)

RCR arquitectes, La Lira Theater Public Open Space, 2011. Ripoll (Girona), Spagna (Hisao Suzuki/Pritzker Prize)

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È lo studio catalano RCR, costituito da Rafael Aranda, Ramón Vilalta e Carme Pigem, il vincitore del Pritzker Prize 2017, il più importante premio internazionale di architettura.

Per i tre progettisti di Olot, una cittadina nella provincia di Girona, "non c'è che un'architettura: quella che contribuisce al benessere fisico e spirituale". Minimalismo e dialogo con la storia, l'uso di materiali forti (la pietra, l'acciaio cor-ten) in contrasto con la ricerca di trasparenza sono i caratteri di un corpus architettonico che spazia da edifici residenzaili, asili, spazi culturali, cantine, centri sportivi.

RCR arquitectes, Musée Soulages, 2014. Rodez, Francia (Hisao Suzuki'Pritzker Prize)

RCR arquitectes, Musée Soulages, 2014. Rodez, Francia (Hisao Suzuki/Pritzker Prize) - Copyright: suzuki hisao


Lo studio RCR (che deriva dalle iniziali di Rafael, Carme e Ramón) è attivo dal 1988 ed è la prima volta che il Pritzker viene assegnato a tre architetti congiuntamente - ed è la seconda volta che arriva in terra spagnola, dopo quello a Rafael Moneo nel 1996. Dopo i Pritzker "sociali" a Shigeru Ban (2014), architetto specializzatosi in interventi in contesti di emergenza (non ultimo il terremoto dell'Aquila), e l'anno scorso al cileno Alejandro Aravena per la sua esperienza di edilizia residenziale sociale partecipata, il premio torna a guardare all'architettura come ricerca estetica e al suo impatto sul paesaggio antropico.


Aranda, Pigem Vilalta hanno sviluppato la loro ricerca trentennale soprattutto nella penisola iberica, in aperto confronto con le tradizioni locali senza temere di adoperare una "tavolozza" di materiali che va dall'acciaio riciclato alla plastica: "Hanno dimostrato - ha commentato l'architetto australiano Glenn Murcutt, presidente della Giuria di quest'anno - che l'unità di un materiale può prestare forza e semplicità incredibili a un edificio. La collaborazione di questi tre architetti produce architettura senza compromessi di un livello poetico, che rappresenta il lavoro senza tempo che riflette un grande rispetto per il passato, durante la proiezione chiarezza che è il presente e il futuro".



Per la giuria del premio, lo studio RCR costituisce un ottimo esempio di rapporto bilanciato tra dimensione globalizzata e cultura locale: "Sempre più persone temono che a causa dell'influenza internazionale - si legge nelle motivazioni del Pritzker - perderemo i nostri valori locali, la nostra arte locale, e dei nostri costumi locali". I vincitori "ci aiutano a vedere, in un modo più bello e poetico, che la risposta alla domanda non è aut/aut e che possiamo, almeno in architettura, aspirano ad avere entrambi; le nostre radici saldamente in posizione e le nostre braccia aperte verso il resto del mondo".


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