lunedì 13 maggio 2013
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L’adrenalina tira il fiato. Oggi non si corre, si sale in bici solo per una “sgambata”, una passeggiata per tenere caldi in muscoli. Il Giro d’Italia si ferma per un giorno e il “riposo” invita a fare bilanci da proiettare nel futuro prossimo. Ma è un esercizio che è meglio evitare. La prima settimana di corsa ha dato qualche indicazione sullo stato di forma dei corridori, ma parziale visto che non ci sono state montagne da scalare e, solitamente, sono proprio le tappe alpine e dolomitiche a misurare la “condizione” dei pretendenti alla maglia rosa.Annullato il “vantaggio” di Bradley Wiggins nella disastrosa - per lui e per Ryder Hesjedal - cronometro di Saltara il Giro riparte da zero, o quasi. Tutti i big sono racchiusi in un minuto e mezzo, solo Hesjedal è un po’ più lontano, a 3’11”. Poca cosa rispetto alle due settimane che attendono i corridori.Il Giro inizia domani con l’arrivo all’Altopiano del Montasio. È la prima vera salita. È qui che si misureranno davvero forze e ambizioni, e sarà solo il primo esame, comunque importante per vedere l’atteggiamento di chi aspira al podio. L’atteggiamento di Vincenzo Nibali in corsa si è già visto: sicuro e autoritario come un vero leader. Ma bisogna vedere come reagirà in alta quota, nella terza settimana, e con una squadra che alle prime difficoltà si è già dileguata.Così, come ci si aspetta di vedere se Wiggins reagirà al suo blocco mentale in discesa e l’atteggiamento tattico della sua squadra. Poi, c’è la grande incognita rappresentata da Cadel Evans, l’australiano ha mostrato la solita grinta del lottatore poco incline alla resa, ma sono un paio di anni che nelle grandi salite sbuffa più del dovuto. E l’età non pedala dalla sua parte.Hesjedal ha mostrato i denti al primo strappo e la smorfia della sofferenza nell’ultimo. Ha già capito che non è un Giro facile come quello dello scorso anno, dove si passeggiava fino a un chilometro dall’arrivo, quando scattava Rodriguez per accaparrarsi qualche secondo.L’olandese Robert Gesink è un regolarista, per lui questo Giro equivale all’esame di maturità, per ora se ne è rimasto acquattato a studiare gli avversari. Così, come Michele Scarponi, brillante anche se non vuole darlo a vedere, e in crescita di condizione. Corre leggero senza portare il peso del pronostico, anche se in classifica porta il peso della caduta nella terza tappa.Il Giro è tutto qui. Sei corridori per una maglia rosa, decideranno le montagne e il meteo. I protagonisti cambieranno se pioverà o farà caldo.
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