giovedì 5 ottobre 2017
Lo scrittore di origini ungheresi è morto a Trieste a ottant'anni. Riparò in Italia in fuga dalla repressione a Budapest nel 1956
Addio a Giorgio Pressburger, anima mitteleuropea
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Addio allo scrittore, drammaturgo e regista Giorgio Pressburger, intellettuale mitteleuropeo, considerato «l'anima ebraica della narrativa triestina». Aveva ottant'anni e da quasi sessanta anni viveva a Trieste. Gemello di Nicola (scomparso nel 1986), nato a Budapest il 21 aprile 1937 da genitori ebrei, entrambi di ascendenze slovacche, durante la seconda guerra mondiale la sua famiglia riuscì a sfuggire alla sterminio nazista.

Nel 1956, in seguito all'invasione sovietica, Giorgio Pressburger lasciò l'Ungheria con la famiglia per trasferirsi in Italia.Giorgio Pressburger è autore di diversi libri. Presso Einaudi ha pubblicato La neve e la colpa, La legge degli spazi bianchi, L'orologio di Monaco (Premio Elsa Morante 2003, Premio Città di Gaeta 2003, Premio Frontino Montefeltro 2003, Premio Rhegium Julii 2003, Premio Mondello 2003) e Sulla fede. Insieme al fratello Nicola ha scritto Storie dell'ottavo distretto e L'elefante verde. È anche autore di testi teatrali, tra i quali, La partita (Premio Pirandello) e Le tre madri (Premio Flaiano). È stato regista teatrale e cinematografico, si è occupato di musica, ha collaborato ai principali quotidiani italiani (tra i quali Avvenire) ed è stato direttore dell'Istituto italiano di cultura in Ungheria, con sede a Budapest. È stato promotore e direttore del Festival Mittelfest di Cividale del Friuli.

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