lunedì 16 marzo 2015
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Nel grande esodo del “Parma-crac”, ordito dalla strana coppia Ghirardi-Leonardi, a gennaio sono stati piazzati sul mercato: Acquah, Cordaz, Ristovski, De Ceglie, Bidaoui, Paletta, Lucas Souza, Rispoli. E dulcis in fundo, Nicola Pozzi che è passato in prestito al Chievo Verona. Il nome di Pozzi, a chi di calcio s’intende, ha stimolato la nostalgia canaglia, specie sapendo che per il suo riscatto a fine stagione, al Parma – titolare del cartellino – dovrà essere versata la cifra simbolica di mille euro. Era un talento assoluto del calcio italiano quello che, nella stagione 2002-2003, a 16 anni, debuttò in C1 con il Cesena. L’anno seguente disputava già mezzo campionato da titolare (con 4 gol realizzati). Il Milan spedì i suoi osservatori a vedere il gioiello di Sant’Arcangelo di Romagna: attaccante moderno, dai movimenti poetici, quanto i versi del suo concittadino Tonino Guerra. Affare record, per l’età e la categoria, la ditta rossonera Galliani&Braida lo strapparono al Cesena per la bellezza di 1 milione e mezzo di euro. «È stato tutto così grande ed è capitato così in fretta – ricorda oggi Pozzi –. Non smetterò mai di ringraziare Beppe Iachini che quella stagione a Cesena mi fece fare un salto triplo: dagli Allievi regionali alla prima squadra. Poi Castori mi schierava nella formazione che conquistò la Serie B, ma io ero già partito per il Milan...». A Milanello alla corte di Ancelotti, allenandosi e “studiando” calcio puro con il monumentale Paolo Maldini e per balia due “palloni d’oro”, Shevchenko e Kakà. Esperienza che lo lancia dritto nell’Under 21 (8 presenze e un gol), ma per fargli fare le ossa il Milan lo manda in prestito al Napoli, al Pescara e infine all’Empoli. «A 19 anni faccio l’esordio in Serie A e nelle quattro stagioni che rimango in Toscana conquistiamo persino lo storico piazzamento Uefa. Empoli è un’oasi per un giovane che vuole giocare e crescere senza pressioni. Il presidente Fabrizio Corsi? Un genio: con pochi mezzi, da oltre vent’anni, mette in piedi delle squadre piene zeppe di talenti. Adesso poi con Sarri giocano il miglior calcio in Italia».A Empoli tante gioie per Pozzi, ma anche il dolore per il primo dei tre gravi incidenti («rottura del legamento crociato del ginocchio destro») che, in parte, hanno condizionato la sua carriera. «Ero all’apice, ed è stata dura accettare lo stop, ma è in quei momenti di sofferenza che ti rendi conto dell’importanza della famiglia, degli amici e che in fondo i problemi della vita sono ben altri. Da un infortunio si riparte, e spesso si diventa anche più forti». Infatti Pozzi ha ricominciato spedito con un altro quadriennio speciale, alla Sampdoria. Fortemente voluto da Beppe Marotta, il suo cartellino al riscatto era quotato 5 milioni di euro. Ma il ginocchio cede ancora e viene operato. Il terzo crac dell’arto infine coincide con quello societario del Parma che, nel gennaio dello scorso anno lo aveva acquistato dalla Samp a titolo definitivo scambiandolo con Okaka. In questa stagione solo tre scampoli di gara (con Verona, Cagliari e la Samp in Coppa Italia) concessigli da Donadoni, poi la “fuga” al Chievo. «Fino a giugno il Parma mi ha pagato regolarmente, poi quando gli stipendi non arrivavano più e ho capito la situazione sono caduto dalle nuvole. La “fuga” di Cassano? Lo conosco dai tempi della Samp, avrà i suoi difetti, ma è uno che parla sempre chiaro e non me la sento di giudicare una scelta estremamente personale». C’è chi ha scelto anche di affondare rimanendo a bordo della “barchetta” Parma. «Sono in contatto con Lucarelli e gli altri ex compagni e ammiro moltissimo il loro senso di attaccamento e la professionalità con cui si stanno comportando – osserva Pozzi –. Spero tanto che la situazione si risolva per il meglio, ma certo questo, per il nostro calcio in generale, è il momento più buio». Il ragazzo che sognava guardando i gol di Del Piero e Trezeguet, il suo spiraglio di luce lo ha ritrovato a Verona: «Il Chievo – spiega – mi sta dando una grande opportunità. Veronello è un centro sportivo incredibile che pochi club italiani possiedono. Il presidente Campedelli ha la stessa passione e competenza di Corsi. Il mister Maran ricorda un po’ Iachini, poche chiacchiere e tanto lavoro. Non ho ancora giocato, ma appena arriverà il mio momento farò vedere quanto valgo». La grande occasione sarebbe già oggi a Marassi dove il Chievo affronta il Genoa. Per un ex doriano, con più di cento battaglie e 32 gol in blucerchiato, tira aria di “derby”: «Essere uscito dal tunnel degli infortuni e quello societario di Parma le considero già delle grandi fortune, tutto quello che verrà sarà solo aria nuova e pulita». Pozzi lo dice con il sorriso del bomber rinato, come Tonino Guerra quando recitava: «L’aria è quella cosa leggera, che sta intorno alla tua testa e diventa più chiara quando ridi».
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