venerdì 6 maggio 2016
I misteri e le atmosfere noir del grande scrittore americano raccontate in un film di animazione presentato ieri al festival di Bologna. Cinque storie fra le più note che aprono a riflessioni sulla finitezza della vita.
 Poe a cartoni. La morale dell'horror
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Un corvo nero aleggia all’interno di un cimitero e inizia a dialogare con la statua violacea di un’affascinante signora. Lui si chiama Poe (rimando visivo alla celebre poesia dell’autore americano Il corvo) e la “bella” signora è la morte, che suadente lo invita ad abbandonarsi al suo abbraccio, con la prospettiva di riunirsi ai suoi cari. Ma il ritroso pennuto protesta: prima vuole che i suoi racconti rimangano vivi per sempre a sua perpetua memoria. E inizia la narrazione tra cartoni, fantasia e suspense. È questo il filo conduttore di Extraordinary tales (“Racconti straordinari”), un’intrigante antologia animata composta da cinque racconti di Edgar Allan Poe, ognuno creato con uno stile grafico differente e raffinato, che passa dall’espressionismo “malato” di Egon Schiele alla fumettistica “pop art” di Roy Lichtenstein. Una scelta stilistica voluta dal regista spagnolo Raúl García riferendosi a pittori e illustratori il cui stile meglio potesse esprimere la profondità psicologica e la complessità dell’oscuro universo di Poe. Un universo presentato al Future Film Festival di Bologna con l’anteprima italiana di un’opera costata ben nove anni di lavoro. García è stato il primo disegnatore spagnolo a entrare nel gruppo di animatori della Disney nel 1991, contribuendo alla realizzazione di successi come Aladdin, Il gobbo di Notre Dame, Fantasia 2000.  Per il suo debutto alla regia, però, ha scelto il non facile campo dell’animazione per gli adulti, e un progetto che potesse far meglio conoscere lo scrittore americano, che non solo ha influenzato la letteratura di genere “gotico”, ma anche buona parte dell’immaginario del cinema e serie tv horror e del terrore. Un’operazione coraggiosa quella di García, anche perché incentrata su un tema tabù come la morte, indagata però con un pensiero profondo e con un disegno elegante, che nulla concede a facili effetti sanguinolenti. Non sempre è andata così, nella cinematografia ispirata ai racconti di Poe, che ha avuto fasi alterne. A partire dal 1928 con La caduta della casa Usher diretto da Jean Epstein con la collaborazione di un giovanissimo Luis Buñuel, cui sono seguite soprattutto versioni horror come I racconti del terrore, I maghi del terrore, La tomba di Ligeia, tutti firmati negli anni Sessanta dallo specialista Roger Corman che García qui chiama come voce narrante di La maschera della morte rossa, anche questo un suo film. Si cimentarono con Poe con esiti non memorabili anche tre maestri come Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim nel film collettivo Tre passi nel delirio, mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato nel 2014 Stonehearst Asylum di Brad Anderson con Ben Kingsley e Michael Caine. Paradossalmente, proprio la fantasia dell’animazione, al suo primo tentativo assoluto di affrontare Poe, risulta quella più aderente all’opera del maestro dell’horror, riuscendone sì a ricreare il brivido, ma anche l’eleganza stilistica, visiva e testuale. Merito di una produzione che riflette il gusto europeo della maggioranza dei paesi consorziati (Usa, Lussemburgo, Spagna e Belgio) a partire dalla casa di produzione lussemburghese Melusine (Ernest & Célestine). Accuratissima anche la parte narrativa, interpretata da voci “iconiche” del genere mistery, come quelle degli storici Dracula Christopher Lee e Bela Lugosi e del regista Roger Corman oltre a Guillermo del Toro e Julian Sands, mentre la soffice voce della morte è di Cornelia Funke, autrice tedesca di fantasy per ragazzi nota per la Trilogia del mondo d’inchiostro. Si inizia con La caduta della casa degli Usher, racconto fantastico che venne pubblicato per la prima volta nel 1839 sul periodico “The Graham’s lady and gentleman’s magazine”, in seguito nella raccolta Racconti del grottesco e dell’arabesco. Roderick Usher chiama un vecchio amico nel suo maniero, perché il suo stato mentale si sta deteriorando. Essendo l’ultimo membro della famiglia dei nobili Usher, alla morte della sorella tutto precipita. Lo stile visivo, barocco e colorato, si ispira al grande animatore ceco Jirí Trnka e ai pittori Edvard Munch e George Grosz, mentre la voce narrante è quella magnifica e profonda dello scomparso Christopher Lee, allora ottantanovenne. Un bianco e nero secco, omaggio ai fumetti dell’argentino Alberto Breccia, rende in modo asciutto e incisivo il racconto in prima persona di un assassino colto dai rimorsi e ossessionato dai battiti del cuore dell’anziano che ha ucciso, protagonista di Il cuore rivelatore.  Il racconto, scritto nel 1843 e divenuto un classico del genere gotico, viene qui narrato addirittura dallo storico Dracula Bela Lugosi, in una rarissima registrazione restaurata. Nello stile dei fumetti horror anni ’50, con un pizzico di Roy Lichtenstein, La verità sul caso di Mr. Valdemar( 1845), narrata da Julian Sands, si interroga sui limiti della scienza: un medico affascinato dall’occulto è curioso di vedere cosa succede a un individuo sotto ipnosi mentre muore. Ma l’esperimento non sarà senza conseguenze. È un omaggio all’arte di Francisco Goya e di Giovanni Battista Piranesi, con citazioni della fotografia seppiata di metà Ottocento in salsa 3D l’animazione de Il pozzo e il pendolo (1842), che fa rivivere in modo realistico l’angoscia e i tormenti di un uomo rinchiuso in una torre e torturato durante l’Inquisizione spagnola. Voce di Guillermo Del Toro. Infine con in testa Egon Schiele e Pieter Bruegel è stata disegnata La maschera della morte rossa (1842), ambientata nella magnifica corte del principe Prospero che cerca rifugio lontano dalla pestilenza che sta spopolando i suoi domini. Ma al ballo mascherato arriverà un ospite inatteso... Tutte storie che pongono al centro in un modo estremamente attuale la presunzione dell’uomo di sfuggire al suo destino, di farsi in qualche modo onnipotente. Ma è chiaro che alla “bella signora” nessuno può sfuggire. Un prodotto per adulti questo Extraordinary tales, ma che non indulge banalmente all’horror, bensì rivendica una morale profonda, un invito alla riflessione sulla nostra finitezza nella speranza, forse, di divenire migliori.
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