giovedì 13 novembre 2014
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Si è insediato ieri presso il ministero della Difesa il Comitato tecnico scientifico, voluto dal ministro Roberta Pinotti, con il compito di «promuovere e coordinare iniziative di studio e di ricerca [...] sul tema del 'fattore umano' nella Grande Guerra», con riferimento «ai valori, le motivazioni, le regole e i comportamenti del personale militare coinvolto nel conflitto». Alla presidenza è stato designato Arturo Parisi, politologo ed ex ministro della Difesa. Il Comitato avrà anche l’opportunità di vagliare le vicende dei mille e duecento soldati italiani fucilati durante il conflitto: molti dei quali furono sommariamente passati per le armi o addirittura estratti a sorte e giustiziati per dare l’esempio. L’istituzione di una commissione che indagasse sulla triste vicenda dei soldati condannati a morte era stata annunciata dalla stessa Pinotti ad Avvenire lo scorso luglio, dopo che, con un’inchiesta di tre puntate, il nostro giornale aveva chiesto alle istituzioni di aprire una riflessione storica e politica su come recuperare la memoria storica di questi italiani morti per mano di altri italiani. Molti altri Paesi europei, infatti, hanno fatto i conti con la vicenda delle fucilati, recuperandone la memoria collettiva e persino riaprendo singoli casi giudiziari controversi. Compito del comitato presieduto da Parisi, che vede al suo interno magistrati e militari (che non percepiranno alcun compenso), sarà anche quello di proporre iniziative e convegni sul tema del rigore della giustizia militare.  E a proposito di convegni, nella prossima primavera si svolgerà, probabilmente in una zona interessata dai combattimenti della Grande Guerra, un convegno storico dedicato proprio alle drammatiche vicende dei fucilati italiani. Il convegno è promosso dalla Società Italiana per lo studio della Storia contemporanea, presieduto da Agostino Giovagnoli, e dal Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari, guidato da Nicola Labanca.
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