lunedì 27 febbraio 2017
Il regista americano racconta l’ultima parte della vita della Madonna (interpretata da Bahia Haifi) con una visione profonda sulla bellezza e la difficoltà del credere. Nelle sale italiane da oggi
L'attrice algerina  Bahia Haifi è Maria in "Piena di Grazia" di Andrew Hyatt

L'attrice algerina Bahia Haifi è Maria in "Piena di Grazia" di Andrew Hyatt

COMMENTA E CONDIVIDI

Maria, oramai in età matura, siede su una roccia osservando la vallata. Il suo sguardo è lo stesso, sereno e ispirato, di quand’era una giovinetta, illuminata da un bagliore speciale mentre una misteriosa voce sussurra alla «piena di grazia» il concepimento del Salvatore. Inizia così, con delicatezza e profondità, un piccolo grande film Piena di grazia - La storia di Maria la madre di Gesù , nelle sale italiane oggi, 27 febbraio, e domani, prodotto dalla Justin Bell Productions. Scritto e diretto dal regista e scrittore americano Andrew Hyatt, racconta l’ultima parte della vita della Madonna, interpretata dall’intensa attrice algerina Bahia Haifi. «Dall’uscita de La Passione di Cristo c’è stata una valanga di film del genere. Ma nella maggior parte dei film basati sulla fede dell’ultimo decennio sono spesso mancate la profondità e l’autenticità nel parlare della bellezza e delle difficoltà del credere» spiega ad Avvenire Hyatt, che ha studiato cinema alla Loyola Marymount University. Questo film, che lui definisce «una preghiera» ha molto a che fare con la sua esperienza personale. «Il “sì” a Cristo è il momento importante dell’incontro con lui, ma è solo l’inizio di un viaggio dove si alternano grandi altezze e valli oscure – racconta –. Io sono cresciuto nella Chiesa cattolica, ma per sette anni, durante gli studi e anche dopo me ne ero allontanato, considerando irrilevante la fede e cedendo a molte tentazioni. Ma dopo essermi sposato, ho riconsiderato questo periodo e mi sono accorto che Dio non si era allontanato da me». Durante questa crisi interiore il regista viene contattato per scrivere e girare Piena di grazia e, approfondendo il lavoro, comprende «che questo era quello che voleva Dio da me».

Nei dialoghi fra Maria e Pietro le radici della Chiesa

Nei silenzi e nei dialoghi tra una radiosa Maria e un Pietro in cerca di conferme, dieci anni dopo la morte e Resurrezione di Gesù, si colgono le domande dell’autore, ma anche quelle di tanti credenti e non. «Mi sono reso conto che spesso concepivo queste figure bibliche come delle splendide statue di porcellana – aggiunge –. Abbiamo spesso ascoltato le storie di questi santi, ma spesso abbiamo dimenticato che sono realmente vissuti, che hanno camminato su questa terra, hanno sofferto, hanno discusso. Non ci sono differenze con l’oggi. Spesso abbiamo dimenticato l’umanità ferita di questi eroi della fede. Per questo ho voluto esplorare più in profondità l’umanità di questi personaggi, concentrandomi su Maria e Pietro». Personaggi fatti di “carne e sangue” con un Pietro pieno di dubbi e una Maria madre sofferente, ma capace di incoraggiare gli Apostoli in un intenso monologo. «Maria madre di Dio, ma anche una madre come tante – prosegue Hyatt –. Mi sono chiesto cosa abbia provato vedendo suo figlio sulla Croce, ma anche a cambiare il mondo». Piena di grazia racconta anche la Chiesa delle origini, una Chiesa semplice, povera e, per questo, santa. «Stavo scrivendo il soggetto proprio quando è stato eletto papa Francesco e le sue parole sono state un grande incoraggiamento – conferma –. Ma anche le parole del Papa emerito Benedetto XVI sono costantemente in linea con il cuore del film. Per rinnovare la propria fede, occorre tornare alle radici». In questa prospettiva Hyatt ha già in preparazione un nuovo progetto sulla storia di san Paolo, che uscirà l’anno prossimo: «Racconterò la sua conversione, la sua passione nel predicare il Vangelo, il suo coraggio e il suo desiderio di unità nella Chiesa».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: