lunedì 5 agosto 2013
La grande villa romana di Piazza Armerina richiama fino a 300mila visitatori ll'anno. Un successo che rappresenta una sfida vinta anche sotto il profilo della legalità. Ma ora mancano i fondi per mantenere il monumento.
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Ci sono voluti cinque anni di lavoro, 18 milioni di euro e l’opera chirurgica di cinquanta giovani esperti, per restituire splendore a uno dei monumenti simbolo della Sicilia, inserito nel patrimonio Unesco, e renderlo totalmente accessibile. Ma oggi, un anno dopo la riapertura al pubblico, la Villa romana del Casale a Piazza Armerina è tornata a incantare i turisti e ad attirare un numero sempre crescente di visitatori, facendo sfondare quota 300 mila nel 2012. Gli ultimi mesi di aprile, maggio e giugno hanno registrato un aumento di visite fra il 20 e il 30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando il megarestauro era ancora in corso.Un successo che porta con sé anche la soddisfazione di aver tenuto la mafia fuori dalla porta, grazie al protocollo di legalità “Carlo Alberto Dalla Chiesa” attivo in Sicilia e a un protocollo aggiuntivo per la Villa del Casale che ha fatto passare da una maglia strettissima ogni appalto, sub appalto, fornitura riguardante l’immensa opera di restauro finanziato con fondi europei di Agenda 2000. Tre anni fa, però, scattò l’allarme per paventate infiltrazioni mafiose in un cantiere vicino alla Villa del Casale. Così l’Autorità di vigilanza dei Lavori pubblici avviò un monitoraggio continuo sul restauro del bene archeologico. «A fine 2012 ci hanno inviato un documento in cui certificano che tutto l’iter degli appalti è stato condotto nel rispetto assoluto delle regole» afferma con soddisfazione il direttore del parco archeologico della Villa del Casale, Guido Meli.E grande è la sorpresa per chi ricorda la splendida villa tardo-imperiale, appartenuta a un esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un governatore di Roma, come un percorso a ostacoli in una serra soffocante. Assieme al tripudio di mosaici del IV secolo dopo Cristo, che ne hanno fatto un vanto per la cultura siciliana, è il nuovo allestimento a incantare per accessibilità ed eleganza. Un sistema di passerelle aeree all’interno delle sale, coperte dalla nuova struttura lignea con tetto ventilato e pannelli in vetro riciclato, è stato realizzato secondo le linee guida dell’allora commissario della Villa Vittorio Sgarbi, che ha indirizzato il progetto redatto dal Centro regionale di Progettazione e restauro. Adesso i visitatori possono ammirare la Villa come forse solo gli antichi proprietari l’avevano vista bella e ricca di fascino. Il nuovo percorso di visita prevede tutte le sale, il grande peristilio a cielo aperto, lo straordinario corridoio della Grande Caccia che conduce alla Basilica. Le terme sono una beauty farm, realizzata in un punto in cui confluiscono alcuni canali sotterranei. I mosaici coprono oltre 2500 metri quadrati. Tra questi, le famose Ginnaste (ovvero le “ragazze in bikini”), Ercole e i Giganti nel Triclinio, gli appartamenti privati con il corteo marino di Nereidi, tritoni ed ogni sorta di altri animali, Ulisse che offre il vino a Polifemo e la stanza da letto con alcova, che custodisce il celebre abbraccio degli amanti.Restano i problemi legati ai tagli ai finanziamenti per la gestione dei beni culturali. Mancano i fondi per i custodi, per la manutenzione, per la pulizia dei mosaici messi in pericolo dai piccioni. «Basti pensare che come spese di funzionamento ho ricevuto per tutto l’anno appena duemila euro - si rammarica Guido Meli -. come si può promuovere il turismo in questo modo?».
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