venerdì 29 novembre 2013
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​Un film dedicato ai grandi sognatori, a quelli che non smettono mai di provarci nonostante le vittoria non sia nei geni del loro dna. E che non rinunciano a lottare per una vita che non sembra disegnata per loro. Ma anche un accorato omaggio allo spirito sportivo nutrito dal sacrificio, dall’onestà e dalla lealtà di chi affronta con purezza qualunque competizione. Intorno a tutto questo ruota la commedia La mossa del pinguino, esordio alla regia di Claudio Amendola che affida il ruolo dei protagonisti a un quartetto di attori –  Edoardo Leo (anche cosceneggiatore), Ricky Memphis, Antonello Fassari ed Ennio Fantastichini – amalgamati da grande complicità. La storia è quella di quattro "perdenti" impegnati in una impresa impossibile, ovvero mettere in piedi una squadra di curling e partecipare alle Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Bruno non ha neppure i soldi per l’anticipo dell’affitto di una nuova casa dove trasferirsi con il figlio e la moglie, che lo accusa di non voler proprio crescere. Salvatore invece si prende cura del padre gravemente malato e trascorre molte delle sue notti a far finta di pescare con lui. I due amici guadagnano un magro stipendio facendo le pulizie e non riescono proprio a immaginarsi per tutta la vita con in mano uno spazzolone. Ottavio è un vigile urbano in pensione rovinato dalla moglie e Neno millanta affari a Montecarlo e Panama, ma è solo un poveraccio. Cos’hanno da perdere allora? Decidono così di cimentarsi con uno sport sconosciuto e misterioso allenandosi con pentole e scope tra grandi capitomboli sul ghiaccio, "sbocciate" e "accosti" perché ognuno ha il proprio stile, in linea con una diversa filosofia di vita e un personale sguardo sul mondo. In fondo sta proprio in questo il cuore del film, romanzo di formazione di quattro adulti che finalmente c’è l’hanno fatta a impegnarsi davvero, a raggiungere un obiettivo, a essere sinceri, leali e onesti con gli altri e soprattutto se stessi. Perché è lo spirito di squadra che conta, lo spogliatoio prima ancora che il terreno di gara. I quattro non diventeranno dei campioni, ma di certo uomini migliori. Un po’ Full Monty, la commedia di Peter Cattaneo dove un manipolo di disoccupati sbarcava il lunario con lo spogliarello, un po’ Quattro sotto zero, la commedia della Disney sulla squadra jamaicana di bob, La mossa del pinguino strappa allo spettatore molte risate, soprattutto mostrando i quattro atleti per caso alle prese con eroiche e improbabili prestazioni sportive, ma mantiene in sottofondo una dolce malinconia che fa da necessario contrappunto alla sciocca goliardia di tante commedie italiane. L’amore che il regista dimostra per i suoi sghembi personaggi, fragili e coraggiosi, generosamente tratteggiati, affiora in ogni fotogramma e lascerà gli spettatori con il sorriso sulle labbra.
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