venerdì 4 dicembre 2015
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Il futuro è nei “caschetti”. Ma non sono quelli di protezione, bensì quelli che “leggono il pensiero”. La definizione è generale e imprecisa, il risultato però è molto vicino a quello che, fino a qualche anno fa, soltanto la fantascienza immaginava. Oggi la rilevazione dei segnali elettrici che produce il nostro cervello e che comandano il movimento dei nostri arti è sfruttata per aiutare persone con problemi a braccia e gambe, ma stanno entrando anche nel mondo dei giochi elettronici, con la possibilità di comandare il cursore sullo schermo dopo un breve addestramento. Un principio simile è quello che uno studente particolarmente dotato del liceo Malpighi di Bologna ha sfruttato per la sua brillante invenzione. La zia psicologa gli aveva raccontato di una paziente che non può comunicare a causa di un ictus. Lui ha subito ipotizzato di ricorrere a un programma con cui comporre le parole sul computer usando appunto un caschetto capace di leggere le onde cerebrali. In occasione dell’inaugurazione del laboratorio di informatica, robotica, design e progettazione 3D dedicato agli studenti del Malpighi e ai ragazzi delle scuole superiori bolognesi, è stata data una dimostrazione dell’apparecchiatura. Il giovane ideatore, Giacomo Micheli, allievo di prima liceo, ha indossato il caschetto e ha composto la parola "Lab", in meno di un minuto. Anche se l'idea è stata solo sua, spiega la preside, Elena Ugolini, che è anche commentatrice di “Avvenire”, "ha avuto bisogno del supporto di qualcuno più esperto". Quindi, per realizzare il software, "ha lavorato con Carmelo Presicce, un nostro collaboratore che ora è al Mit di Boston con una borsa di studio per fare due anni di ricerca e, insieme, hanno elaborato un algoritmo con ”Scratch”, il programma che si usa per insegnare ai bambini a programmare". Il programma sfrutta l’attenzione che l’utilizzatore concentra su una singola lettera tra quelle che scorrono sullo schermo del computer e la riporta per comporre parole e poi frasi con le altre lettere scelte. Il Malpighi La.B nasce dal desiderio di realizzare, per la prima volta in un Liceo, uno spazio dove la tecnologia può diventare per i giovani un mezzo per mettersi alla prova, sperimentare e coltivare le proprie idee, a contatto con il mondo dell'impresa e della ricerca. Primo partner e sostenitore dell' iniziativa è stata la famiglia Bonfiglioli, che ha deciso di investire su questo progetto anche per ricordare Clementino Bonfiglioli, un imprenditore che amava il "fare", la creatività, l'innovazione e i giovani. Ducati, H Farm, Loccioni, Castelli sono alcune delle aziende che si sono già rese disponibili a collaborare ad un progetto che prevede tirocini formativi mirati per approfondire i percorsi impostati nel La.B, creando una rete di collaborazione con il mondo del lavoro dell'università e della ricerca.
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